LA DETERMINAZIONE DEL SESSO
Introduzione
La determinazione del sesso nelle varie specie può
avvenire con molteplici meccanismi. In alcune specie i due sessi
hanno identico corredo genetico, e spetta a segnali ambientali
il controllo dello sviluppo fenotipico sessuale (ESD, Environmental
Sex Determination). Ad esempio, in alcuni pesci il fenotipo
sessuale può variare nell'adulto ed è controllato
da un insieme di fattori dinamici che includono segnali ormonali
e visivi. In molti rettili (alligatori e tartarughe) il fenotipo
sessuale dipende dalla temperatura di incubazione dell'embrione].
In altre specie, il differente corredo cromosomico dei due sessi
fornisce un mezzo intrinseco per la determinazione del sesso.
In questo caso la determinazione del sesso è di tipo genetico
e può essere controllata mediante due diversi meccanismi:
il meccanismo dosaggio-dipendente (DSD, Dosage-dependent
Sex Determination) e quello basato sulla presenza di un gene
dominante (GSD, Genetic Sex Determination). Sia Drosophila
che Caenorabditis elegans presentano un meccanismo di determinazione
del sesso del tipo dosaggio-dipendente: lo sviluppo dei caratteri
sessuali è controllato dal rapporto tra i cromosomi sessuali
X e gli autosomi. Infatti, nonostante Drosophila presenti
un cromosoma Y nel maschio, esso è irrilevante ai fini
della determinazione del sesso, poiché individui XO sono
maschi e individui XXY sono femmine.
Nel 1959 fu invece dimostrato che nei Mammiferi la determinazione
del sesso non segue un meccanismo a gene dominante come in Drosophila,
le femmine hanno due cromosomi X, mentre i maschi hanno un cromosoma
X ed uno Y; ma nei mammiferi individui XXY sono maschi, mentre
individui XO sono femmine, a dimostrare che il cromosoma Y contiene
uno o più fattori determinanti per lo sviluppo del fenotipo
sessuale maschile e che invece il rapporto tra cromosomi X e autosomi
non è determinante.
Lo sviluppo sessuale nei Mammiferi può essere suddiviso
in tre fasi:
1. al momento della fecondazione il cromosoma sessuale (X o Y)
presente nello spermatozoo che feconda l'oocita determina il sesso
genetico dell'embrione;
2. durante lo sviluppo embrionale la differenziazione del testicolo
o dell'ovario a partire dalla gonade bipotenziale è determinata
dall'espressione di un gene dominante sul cromosoma Y (sviluppo
del testicolo) o dalla sua assenza (sviluppo dell'ovario);
3. le secrezioni ormonali delle gonadi determinano lo sviluppo
dei caratteri sessuali secondari.
Le gonadi producono infatti degli ormoni capaci di regolare lo
sviluppo dei caratteri sessuali secondari sia a livello fetale
che nell'adulto (pubertà). Quindi altri e numerosi fattori
intervengono nella acquisizione del fenotipo sessuale: gli ormoni
prodotti dalle cellule endocrine delle gonadi, i fattori che ne
regolano la produzione o le successive modificazioni metaboliche,
i recettori sulle cellule bersaglio, ecc.
L'acquisizione del fenotipo sessuale è quindi un processo
complesso caratterizzato da una precisa sequenza di eventi che
si succedono durante lo sviluppo embrionale e che si completano
nella pubertà. Lo studio delle alterazioni che possono
intervernire ai vari livelli di questo processo consente di definirne
le tappe e di individuare i fattori che intervengono nei vari
passaggi.
Per molti aspetti lo studio dei processi di sviluppo e differenziamento
si è avvalso delle informazioni ottenute dagli invertebrati.
I meccanismi della determinazione e del differenziamento sessuale
in Drosophila e Caenorabditis elegans sono stati
elucidati dettagliatamente anche a livello molecolare. In entrambi
gli organismi, i geni coinvolti nel meccanismo dosaggio-dipendente
sono noti, ed è nota l'azione delle proteine che essi codificano;
ma non vi è alcuna omologia né tra questi due sistemi,
né tra loro e alcuno degli elementi del meccanismo di determinazione
del sesso finora individuati nei vertebrati. Ciò suggerisce
che i meccanismi per la determinazione del sesso si siano evoluti
indipendentemente nei vertebrati e negli invertebrati.
D'altro canto la struttura delle gonadi è simile in molti
vertebrati, suggerendo che i meccanismi di base per la formazione
di testicoli e ovari siano conservati. Si può allora ipotizzare
che siano i meccanismi a monte del differenziamento sessuale ad
aver subito un'evoluzione diversa nelle varie specie, adattandosi
alle differenti condizioni che caratterizzano l'ambiente di sviluppo
dell'embrione: un programma di differenziamento sostanzialmente
simile sarebbe quindi attivato da stimoli di natura diversa. I
pesci e gli altri animali acquatici possono contare sulla diffusione
di sostanze chimiche e beneficiare della possibilità di
cambiare sesso durante la vita adulta per ottimizzare la soppravvivenza
del gruppo. Nelle lucertole e nelle tartarughe l'interazione tra
la temperatura e il genoma nella determinazione del sesso è
stata ben documentata. Alcuni biologi evoluzionisti suggeriscono
che l' "interruttore" genetico sul cromosoma Y dei Mammiferi
sia stato sovrapposto su sistemi più antichi per la determinazione
del sesso basati sulla temperatura e sugli ormoni. Lo sviluppo
intrauterino, che caratterizza l'embrione dei Mammiferi, non consente
infatti di utilizzare i fattori ambientali, come la temperatura,
quali discriminanti nel differenziamento sessuale, essendo essi
rigidamente controllati; inoltre l'embrione è sempre a
contatto con gli ormoni materni, il che esclude anche la possibilità
di utilizzare meccanismi di tipo ormonale, almeno nella forma
che caratterizza lo sviluppo dei rettili.
L'ambiente ormonale femminile che caratterizza l'utero materno
potrebbe spiegare perché la via di base dello sviluppo
embrionale nei mammiferi sia quella femminile. Nel 1947 Jost dimostrò
che la rimozione delle gonadi durante lo sviluppo embrionale del
coniglio risultava nella differenziazione del fenotipo sessuale
femminile, indipendentemente dal sesso cromosomico dell'embrione.
Il lavoro di Jost ha portato quindi a considerare quella femminile
come la via predefinita dello sviluppo del fenotipo sessuale,
avendo egli dimostrato che la presenza del testicolo è
necessaria allo sviluppo dei caratteri sessuali maschili, mentre
l'ovario non svolgerebbe un ruolo critico.
Ciò potrebbe far concludere che lo sviluppo dei caratteri
sessuali femminili sia un processo automatico e passivo dell'embrione,
che avviene spontaneamente in assenza del testicolo: gli ormoni
prodotti dal testicolo in formazione sono responsabili del differenziamento
del tratto urogenitale e di tutti i caratteri sessuali secondari
maschili. In assenza del gene dominante sul cromosoma Y, viene
invece attuato un programma genetico di base che porta allo sviluppo
dell'ovario a partire dalla gonade bipotenziale e alla conseguente
acquisizione dei caratteri sessuali secondari femminili. Finora
non sono stati individuati geni determinanti per la formazione
dell'ovario, nonostante essi debbano esistere. Alcuni ricercatori
ritengono che il gene che determina il sesso maschile possa fungere
anche da repressore dello sviluppo femminile ma il "puzzle"
della determinazione del sesso nei Mammiferi è lontano
dall'essere risolto.
LO SVILUPPO DEGLI ORGANI RIPRODUTTIVI
Bibliografia: B. I. Balinsky (1975) "Introduzione alla
Embriologia", Sec. ed. italiana, Zanichelli - K. L. Moore
(1980) "Lo Sviluppo dell'Uomo", Zanichelli
Le gonadi indifferenziate
Nei Vertebrati le gonadi si sviluppano dal margine superiore
del foglietto viscerale del mesoderma della piastra laterale,
nell'ambito delle creste urogenitali, strutture embrionali
costituite da due ispessimenti del mesoderma che riveste la cavità
celomatica, situati ai lati del mesentere dorsale. Il primo abbozzo
della gonade, la cresta genitale, è rappresentato
da un'area ispessita dell'epitelio celomatico che si sviluppa
sulla faccia mediale della cresta urogenitale, mentre la porzione
laterale darà origine al mesonefro.
Ogni cresta è costituita in massima parte da cellule epiteliali
inizialmente simili alle altre cellule dell'epitelio peritoneale,
ma che diventano cilindriche nei primi stadi di sviluppo. La successiva
proliferazione determina la protrusione della cresta nella cavità
celomatica, accompagnata dall'assottigliamento della regione che
collega la gonade al peritoneo. Infine la gonade resta sospesa
nella cavità peritoneale mediante una struttura formata
da due foglietti peritoneali e che prende il nome di mesorchio
(nel maschio) o di mesovario (nella femmina).
Tra le cellule epiteliali cilindriche si osserva un secondo tipo
cellulare, le cellule germinali primordiali o protogoni.
Esse appaiono molto più grandi delle cellule epiteliali
mesodermiche, sono sferoidali e presentano un grosso nucleo. I
protogoni daranno origine ai gameti (oociti e spermatozoi), mentre
le cellule epiteliali si differenzieranno nelle cellule somatiche
della gonade: cellule del Sertoli e di Leydig nel maschio e cellule
follicolari e dell'epitelio superficiale ovarico nella femmina.
I protogoni compaiono nell'embrione in regioni diverse dalle creste
genitali, e raggiungono questa sede in seguito a un processo di
migrazione. Nell'uomo, all'inizio della quarta settimana, le cellule
germinali primordiali sono visibili fra le cellule endodermiche
della parete del sacco vitellino. Durante il processo di sollevamento
dell'embrione, parte del sacco vitellino viene incorporata, e
le cellule germinali primordiali migrano lungo il mesentere dorsale
dell'intestino posteriore fino a raggiungere le creste genitali.
Differenziazione delle gonadi
Dopo aver raggiunto le creste genitali, i protogoni si insinuano
tra le cellule epiteliali. Nello stesso tempo l'epitelio delle
creste si ispessisce e la cresta sporge nella cavità celomatica,
lasciando nella parte dorsale una cavità che si riempie
di mesenchima indifferenziato. Successivamente migrano in questa
regione cellule provenienti dal vicino abbozzo del mesonefro,
formando cordoni compatti che prendono il nome di cordoni sessuali
primari. A questo punto nella gonade in differenziamento si
distinguono uno strato epiteliale superficiale, detto cortex,
che contiene anche i protogoni, e una regione interna detta medulla,
costituita dai cordoni sessuali primari immersi nel mesenchima
in cui si formeranno i vasi sanguigni.
Fino a questo stadio del differenziamento (settima settimana nell'uomo),
non vi è alcuna distinzione tra gonade maschile e gonade
femminile: solo quando inizia il differenziamento istologico si
ha la divergenza tra lo sviluppo del testicolo e quello dell'ovario.
Sviluppo del testicolo
Negli embrioni di sesso maschile i protogoni migrano dal cortex
della gonade verso i cordoni sessuali primari della medulla, che
assumono l'aspetto di strutture cave e si trasformano nei tubuli
seminiferi. I protogoni danno origine agli spermatogoni
e poi agli spermatozoi, mentre le cellule dei cordoni sessuali
primari danno origine alle cellule del Sertoli. Nella parte
dorsale della gonade si sviluppa un sistema di tubuli molto sottili
che darà origine alla rete testis. I canali della
rete testis entrano in connessione con i tubuli seminiferi e con
gli adiacenti tubuli del mesonefro, stabilendo così, attraverso
il mesonefro, un collegamento con il dotto di Wolff, che
dà origine alle strutture per l'emissione degli spermatozoi:
dotto deferente, epididimo, vescichetta seminale.
La medulla diviene quindi la parte funzionale del testicolo, mentre
il cortex si riduce trasformandosi in un sottile strato epiteliale
che riveste la superficie del testicolo rivolta verso la cavità
celomatica.
Sviluppo dell'ovario
Negli embrioni di sesso femminile la medulla si riduce, i
cordoni sessuali primari si riassorbono e la parte interna della
gonade si riempie di mesenchima lasso permeato di vasi sanguigni.
Le cellule germinali primordiali restano nel cortex, che si ispessisce
notevolmente. Durante l'accrescimento del cortex, le cellule epiteliali
si organizzano in cordoni che circondano una o più cellule
germinali, costituendo i follicoli, mentre gli oociti entrano
negli stadi iniziali dell'oogenesi.
Il destino dei protogoni non è intrinsecamente stabilito,
come dimostra la possibilità di indurre reversioni sessuali:
l'evento decisivo è rappresentato dalla migrazione nella
medulla, che porta irrimediabilmente allo sviluppo degli spermatozoi,
mentre la permanenza nel cortex determina lo sviluppo degli oociti.
DIFFERENZIAZIONE DEI DOTTI GENITALI
I dotti genitali (o gonodotti) sono le strutture attraverso
le quali i gameti vengono portati all'esterno o comunque nel sito
dove avverrà la fecondazione.
Due paia di gonodotti si sviluppano in entrambi i sessi: i dotti
mesonefrici o di Wolff e i dotti paramesonefrici o di Müller.
Quando la gonade bipotenziale inizia il suo differenziamento,
una delle due strutture degenera, mentre l'altra evolve nei gonodotti
propri del sesso dell'embrione.
I dotti mesonefrici si formano nella regione latero-dorsale della
cresta urogenitale e decorrono longitudinalmente lungo il mesonefro,
verso il quale proiettano i tubuli mesonefrici, a decorso trasversale.
All'estremità craniale i dotti di Wolff terminano nel mesonefro,
mentre a quella caudale penetrano nel seno urogenitale (l'abbozzo
della vescica), che si apre all'esterno.
I dotti di Wolff sono già apprezzabili quando la cresta
genitale comincia a formarsi come ispessimento mediale delle creste
urogenitali e prima che cominci la migrazione delle cellule germinali
primordiali. Più tardi (quinta settimana nell'uomo) cominciano
a formarsi i dotti di Müller, come invaginazioni longitudinali
dell'epitelio celomatico che decorrono lungo le creste urogentali
in posizione latero-ventrale rispetto ai dotti di Wolff. La migrazione
dei protogoni è già in atto e sono già visibili
i cordoni sessuali primari quando gli abbozzi dei dotti paramesonefrici
si chiudono formando i canali di Müller (sesta settimana
nell'uomo). L'estremità craniale imbutiforme dei dotti
di Müller si apre nella cavità celomatica o peritoneale,
e i dotti si estendono caudalmente decorrendo paralleli ai dotti
mesonefrici. Nella regione caudale incrociano ventralmente i dotti
di Wolff e si incontrano tra loro sulla linea mediana fondendosi
nell'abbozzo uterovaginale, che non si apre all'esterno ma termina
sulla parete dorsale del seno urogenitale, dove forma un rilievo
detto tubercolo di Müller.
Sviluppo dei gonodotti maschili
Quando i testicoli fetali sono differenziati, cominciano a
produrre ormoni che determinano lo sviluppo dei dotti di Wolff
e la degenerazione dei dotti di Müller. Nello stesso tempo
anche il mesonefro, che è una struttura embrionale, degenera,
e alcuni tubuli mesonefrici partecipano alla formazione dei gonodotti,
differenziandosi nei dotticini efferenti, che si connettono
alla rete testis da un lato e si aprono nel dotto mesonefrico
dall'altro. Questo tratto del dotto mesonefrico dà luogo
all'epididimo, mentre il tratto successivo acquista uno
spesso rivestimento di tessuto muscolare liscio e diventa il dotto
deferente. Nella porzione caudale, un'evaginazione laterale
del dotto di Wolff dà origine alla vescichetta seminale,
mentre la restante porzione prende il nome di dotto eiaculatore,
che distalmente confluisce insieme al dotto controlaterale nell'uretra,
che costituisce la parte terminale delle vie urinarie.
Sviluppo dei gonodotti femminili
Nelle femmine, la presenza degli ovari induce la regressione
dei dotti di Wolff e lo sviluppo dei dotti di Müller, dai
quali avranno origine gli ovidutti (Tube di Falloppio).
Nella parte craniale le aperture imbutiformi danno origine alle
trombe uterine, mentre, nella parte caudale, dall'abbozzo
uterovaginale si formeranno l'utero e la vagina,
che acquista un'apertura all'esterno distinta da quella delle
vie urinarie.
Il progressivo sviluppo dei dotti genitali caratteristici del
sesso dell'embrione e la regressione dei dotti del sesso opposto
sono dovuti all'azione degli ormoni sessuali, la cui secrezione
da parte delle gonadi comincia quando esse passano dallo stato
indifferenziato a quello differenziato di testicoli o ovari. Infatti,
iniettando ormoni sessuali in embrioni sia di Uccelli che di Mammiferi,
si può indurre lo sviluppo dei gonodotti del sesso opposto:
l'iniezione di ormoni femminili in embrioni maschili provoca la
permanenza e l'ipertrofia dei dotti di Müller, mentre l'iniezione
di ormoni maschili in embrioni di sesso femminile provoca la regressione
quasi totale dei dotti di Müller e un'ipertrofia dei dotti
di Wolff.
Altri dati interessanti riguardano l'effetto dell'asportazione
delle gonadi in giovani embrioni (castrazione): mentre negli Uccelli
la castrazione di embrioni che non hanno ancora sviluppato i caratteri
sessuali secondari porta a un fenotipo ambiguo con permanenza
di entrambi i tipi di dotti, nei Mammiferi embrioni castrati di
entrambi i sessi tendono a svilupparsi secondo lo schema femminile,
con progressivo sviluppo dei dotti di Müller e degenerazione
dei dotti di Wolff. Ciò suggerisce che nei Mammiferi l'ormone
sessuale maschile è il principale responsabile, con la
sua presenza o con la sua assenza, dello sviluppo dei caratteri
sessuali secondari. Secondo alcuni autori ciò si spiegherebbe
con il fatto che, sviluppandosi nell'utero, l'embrione di Mammifero
è comunque 'immerso' in ormoni femminili, e quindi non
ha bisogno di ulteriori stimoli per svilupparsi in senso femminile.
PARTE II
LA DETERMINAZIONE DEL SESSO
I cromosomi sessuali
La nozione primaria su cui si basa storicamente lo studio
della determinazione del sesso è il differente corredo
cromosomico che caratterizza i due sessi. Negli animali, infatti,
il sesso è frequentemente associato con una coppia di cromosomi
che mostra caratteristiche differenti nel maschio e nella femmina.
Questi cromosomi sono detti cromosomi sessuali, e costituiscono
una coppia perché durante la meiosi si appaiano comportandosi
da omologhi, ma possono essere morfologicamente differenti tra
loro in uno dei due sessi (sesso eterogametico). Gli altri cromosomi
non associati al sesso sono detti autosomi. Nella maggior
parte dei Mammiferi (incluso l'uomo) i maschi sono portatori di
una coppia eteromorfica di cromosomi sessuali (XY), mentre le
femmine hanno due cromosomi sessuali identici (XX).
Esistono però anche sistemi differenti. Negli Uccelli,
nei serpenti, ed in vari invertebrati, come i Lepidotteri, il
sesso eterogametico è quello femminile. Per distinguere
questa situazione da quella dei Mammiferi (XX - XY), negli Uccelli
i cromosomi sessuali vengono indicati con le lettere Z e W, con
le femmine ZW e i maschi ZZ
I cromosomi sessuali X e Y sono differenti per dimensioni e forma (la loro denominazione fa infatti riferimento all'aspetto che assumono in meiosi, che li rende simili rispettivamente a una x e a una y), e ciò riflette il differente contenuto genetico: il cromosoma Y è molto più piccolo, e possiede geni meno numerosi e differenti da quelli portati dal cromosoma X. L'osservazione che nei Mammiferi la mancanza del cromosoma Y (XO) porta allo sviluppo di caratteri sessuali femminili ha portato alla conclusione che il cromosoma Y è portatore di un gene dominante necessario affinché lo sviluppo dell'embrione evolva verso il sesso maschile e che invece lo sviluppo di un embrione di sesso femminile non richieda particolari fattori.
La genetica della determinazione del sesso
Il gene della determinazione del sesso: Sry
Sin dal 1959 è noto che nei mammiferi il cromosoma
Y contiene un gene determinante per lo sviluppo del testicolo
e quindi per il differenziamento del fenotipo sessuale. In seguito,
mediante lo studio del fenotipo risultante da vari tipi di riarrangiamenti
cromosomici, è stato possibile circoscrivere la minima
porzione del cromosoma Y necessaria per il differenziamento del
testicolo (sex-determining region ). Nel 1990 il gene che
codifica per il fattore determinante lo sviluppo del testicolo
è stato isolato nell'uomo e nel topo. Il gene umano è
stato chiamato SRY (sex-determining region
of the Y chromosome), mentre per convenzione nel
topo e negli altri animali esso è indicato come Sry*.
Questo gene è stato trovato in tutti i mammiferi finora
esaminati, e si presenta molto conservato. Sry è
necessario e sufficiente per attivare il differenziamento maschile.
Infatti mutazioni di questo gene nell'uomo o la sua delezione
nel topo determinano sviluppo del fenotipo sessuale femminile
in individui XY. Viceversa la presenza di Sry in topi transgenici
XX porta allo sviluppo dei testicoli e alla completa inversione
di sesso. Molti autori ritengono che l'espressione di Sry
in embrioni XY interrompa lo sviluppo in senso femminile e inizi
quello in senso maschile, in modo che se Sry non è
espresso lo sviluppo continua secondo la linea femminile.
Sry è l'unico gene del cromosoma Y necessario e
sufficiente per attivare il differenziamento del fenotipo maschile.
Esso agisce da interruttore molecolare e, in questo senso,
è considerato il gene della determinazione del sesso nei
Mammiferi. Ma è chiaro che esistono molti geni necessari
per l'attuazione dei programmi di differenziamento sia maschile
che femminile. Il lavoro svolto da numerosi ricercatori negli
ultimi anni è pertanto incentrato soprattutto su Sry,
la sua espressione e la sua funzione nella determinazione del
sesso, ma cominciano a emergere dati su altri geni coinvolti nello
sviluppo dei caratteri sessuali.
ESPRESSIONE DI SRY
Nel topo il gene Sry è espresso sia nell'embrione
che nell'adulto: nel corso dello sviluppo embrionale esso è
trascritto nella porzione genitale delle creste urogenitali (trascritto
ugr) durante una ristretta finestra temporale che va da 10.5 a
12 giorni post-coitum (dpc), cioè subito prima che
la divergenza tra ovario e testicolo si manifesti, come dimostrato
da esperimenti di ibridazione in situ, PCR e RNase protection
(a causa del basso livello di espressione di Sry, il
trascritto non è rivelabile con Northern blot).
Sry è trascritto anche nei testicoli dell'adulto
e in altri tessuti eterologhi, ma con caratteristiche diverse
rispetto all'espressione osservata nell'embrione: il trascritto
embrionale inizia in corrispondenza di uno specifico promotore
e include una sequenza non tradotta di 3.5 kilobasi al 3' assente
nei trascritti dell'adulto. Inoltre nell'adulto il trascritto
è circolare, e probabilmente risulta dal cleavage
di un trascritto primario più grande, presente a livelli
molto bassi. Il trascritto primario è più esteso
del trascritto ugr, iniziando più di 1000 basi a monte,
e continuando oltre il sito di poliadenilazione del trascritto
ugr.
Il gene Sry è fiancheggiato da due grandi ripetizioni
invertite che si estendono per più di 15 kb da entrambi
i lati della regione codificante. Il lungo trascritto primario
trovato nel testicolo di topi adulti contiene sequenze omologhe
a queste ripetizioni invertite, lasciando supporre la possibilità
di strutture secondarie capaci di dare in seguito a splicing
il trascritto circolare. E' stato dimostrato sperimentalmente
che frammenti di 400 basi delle ripetizioni invertite sono sufficienti
a indurre la circolarizzazione del trascritto primario di Sry
in cellule COS trasfettate.
Il trascritto circolare tipico del testicolo del topo adulto non
viene tradotto, probabilmente per l'impossibilità di realizzare
complessi con i polisomi, e la sua funzione non è ancora
stata chiarita. L'impossibilità della traduzione rende
il trascritto inattivo, e pertanto la circolarizzazione del trascritto
di Sry nel topo adulto potrebbe essere un modo per disattivare
il gene, e quindi far parte di un meccanismo regolatorio. Nell'uomo
il gene SRY non è fiancheggiato da ripetizioni invertite,
e il trascritto circolare non è stato osservato nell'uomo
né in altri mammiferi. Allora se la circolarizzazione osservata
nel topo è un mezzo per disattivare il gene, nell'uomo
devono esistere altri meccanismi capaci di sortire il medesimo
effetto.
L'analisi genetica non ha permesso di assegnare alcuna funzione
al trascritto circolare. Esso è espresso soprattutto nelle
cellule germinali del testicolo dell'adulto, ma nessun effetto
sullo sviluppo degli spermatozoi è stato osservato nei
mutanti.
Il trascritto ugr manca al 5' di gran parte della ripetizione
invertita necessaria per la circolarizzazione, e infatti nella
gonade fetale non è stato osservato trascritto circolare.
Studi di RNase protection hanno individuato una regione
non tradotta di 3.5 kb al 3' del trascritto ugr di topo (UTR,
untraslated region), che verosimilmente ha funzione regolatoria.
E' probabile che la UTR sia coinvolta nel controllo post-trascrizionale
(stabilità, splicing, traduzione).
La regolazione di Sry richiede con tutta probabilità
la partecipazione di altre proteine. Per lo studio in vitro
della regolazione di Sry e dell'interazione con altre proteine
è stata creata una linea cellulare derivata dalla cresta
genitale di topo.
Poiché il tessuto fetale umano non è facilmente
disponibile, l'analisi del trascritto SRY umano è
basata soprattutto sul trascritto del testicolo dell'adulto e
sui trascritti da cellule eterologhe in coltura. Non è
noto pertanto se e come il trascritto fetale umano differisca
da quello dell'adulto.
La sequenza codificante (ORF, open reading frame) del trascritto
sia murino che umano è costituita da un singolo esone,
comune al trascritto ugr e a quello del testicolo, e non vi sono
siti di splicing al suo interno. Nell'embrione umano l'espressione
di SRY avviene durante un periodo più lungo delle
40 ore che caratterizzano l'espressione di Sry nella cresta
genitale murina. Come per il topo, anche nell'uomo e nei marsupiali
SRY/Sry è espresso nell'adulto anche in tessuti
diversi dal testicolo con significato non ancora chiarito. Nell'uomo
alle mutazioni del gene SRY non sono mai stati associati
difetti in tessuti diversi dalle gonadi, il che sembrerebbe indicare
che SRY non ha alcuna funzione negli altri tessuti che
presentano il trascritto. D'altronde, in mancanza dell'anticorpo
per la proteina SRY, in nessuna specie è noto fino ad oggi
se l'espressione della proteina vada di pari passo con quella
del trascritto, e quindi è possibile che i tessuti eterologhi
nei quali il trascritto è stato osservato non presentino
alcuna proteina SRY, e che anzi la presenza del trascritto sia
indice di avvenuta disabilitazione del gene mediante blocco della
traduzione.
REGOLAZIONE TRASCRIZIONALE DI SRY
La regolazione del livello del trascritto Sry non è
stata ancora ben caratterizzata. In femmine transgeniche Sry
viene trascritto normalmente, indicando che eventuali geni necessari
per la trascrizione di Sry sono presenti anche nel corredo
cromosomico femminile, e cioè non mappano sul cromosoma
Y. Sono stati individuati numerosi geni che sembrano agire a monte
nel processo di gonadogenesi in entrambi i sessi, ma nessuno di
essi è stato direttamente collegato all'attivazione di
Sry. I geni Sf1 (steroidogenic
factor I), Wt1 (Wilms'
tumour gene), Lim1 e Emx2
(due geni homeobox) sono tutti necessari per lo sviluppo
della cresta genitale, in quanto topi con mutazioni nulle di tali
geni non sviluppano affatto le gonadi. Nei mutanti Sf1-/-
avvengono le prime fasi dello sviluppo delle gonadi, ma tra 11.5
e 12.5 dpc le gonadi primordiali regrediscono per apoptosi. In
questi mutanti Sry è espresso, indicando che Sf1
non è richiesto per l'attivazione della trascrizione di
Sry. Nei mutanti Wt1-/- la cresta genitale inizia
a formarsi, ma non si verifica l'ispessimento dell'epitelio celomatico,
e a 14.5 dpc non restano tracce della gonade primordiale. La maggior
parte degli embrioni Lim1-/- muoiono prima che lo sviluppo
delle gonadi abbia inizio ; nei pochi mutanti Lim1-/- che
sopravvivono alla nascita mancano sia le gonadi che i reni, e
non è noto se per regressione degli abbozzi embrionali
o per assenza dell'intero processo di sviluppo. I mutanti Emx2-/-
presentano un normale sviluppo delle creste genitali fino a 11.5
dpc, ma in seguito esse regrediscono, probabilmente come risultato
di difetti della proliferazione, differenziazione e/o sopravvivenza
delle cellule mesonefriche.
Altri studi suggeriscono che il livello di espressione di Sry
sia critico per la determinazione del sesso, che quindi sarebbe
altamente sensibile ad effetti dose. Ad esempio, in topi mutanti
in cui la regione del cromosoma Y situata tra Sry e il
centromero viene deleta (Srydel), l'espressione di Sry
è più bassa e il fenotipo risultante è la
reversione di sesso. Nell'uomo, tra il 10 e il 20% delle femmine
XY presentano una mutazione in SRY e, benché le
mutazioni de novo risultino sempre nel completo
fallimento dello sviluppo del testicolo e nello sviluppo femminile
a tutti gli effetti, in alcuni casi il padre è portatore
della stessa mutazione presentata dalle figlie XY, il che indica
una penetranza variabile della mutazione. Assumendo che, come
osservato nel topo, il livello di espressione di SRY sia
critico per la determinazione del sesso anche nell'uomo, tale
variabilità potrebbe essere il risultato di un diverso
grado di influenza del background genetico di ogni individuo
sull'espressione di SRY. E' stato trovato un caso di reversione
parziale del sesso in associazione con la delezione di una sequenza
al 3' della ORF di SRY, il che permette di ipotizzare che
tale regione abbia un ruolo nella regolazione della trascrizione
di SRY.
LA PROTEINA SRY
Sry codifica per una proteina che presenta un dominio
di legame con il DNA di circa 70 amminoacidi caratteristico delle
proteine High Mobility Group e perciò chiamato HMG
box. Si pensa che la proteina si leghi alle regioni regolatorie
di altri geni che intervengono nel differenziamento delle gonadi
a valle di Sry, e nei confronti dei quali Sry svolgerebbe
dunque la funzione di regolatore trascrizionale. La HMG box
di Sry è altamente conservata in tutti i mammiferi
in cui è stata sequenziata, e sono state trovate mutazioni
di questa regione associate a reversione del sesso (femmine XY),
indicando che, con tutta probabilità, la funzione di Sry
nella determinazione del sesso passa per la capacità della
proteina di legare il DNA. Sono state descritte molte mutazioni
della HMG box della proteina SRY umana in femmine XY (oltre
ad una localizzata al 5' della ORF ), mentre nessun polimorfismo
è stato trovato nel dominio HMG di maschi normali, indicando
che la sequenza della HMG box è determinante per
lo sviluppo del sesso maschile, e che ogni sua variazione produce
alterazioni della proteina le quali, inficiandone la funzione,
risultano in reversione del sesso.
Al di fuori del dominio HMG di legame con il DNA, la sequenza
di SRY/Sry presenta scarsa omologia tra le specie,
sia a livello nucleotidico che a livello amminoacidico. La funzione
di SRY deve dunque risiedere nel legame con il DNA di altri geni,
nei confronti dei quali SRY potrebbe fungere da attivatore o da
repressore. Nella sequenza della proteina murina è presente
una regione ricca di glutammina situata al 3' del dominio HMG
che sembra essere necessaria per l'attivazione di un gene bersaglio
in vitro; la proteina umana non presenta questa regione
e non si comporta da attivatore nel medesimo saggio in vitro,
suggerendo la possibilità che l'attività della proteina
nell'uomo sia perfezionata dal legame con altre proteine, in accordo
con l'ipotesi che la proteina SRY possa agire da attivatore o
da repressore a seconda del complesso formato al sito di legame
con il DNA.
Le regioni di Sry al di fuori del dominio di legame del
DNA evolvono rapidamente (non sono conservate) e ciò potrebbe
rappresentare il risultato di una selezione adattativa finalizzata
all'evoluzione di regioni di interazione con altre proteine, diverse
da specie a specie. Alcuni autori hanno addirittura ipotizzato
che questa caratteristica del gene Sry abbia un significato
specifico nel processo di speciazione, ipotesi confutata da dati
recenti che evidenziano la bassa variabilità di queste
sequenze tra diverse specie di marsupiali.
I GENI SOX
Lo screening di una libreria di cDNA embrionale di topo (8.5
dpc), usando il dominio HMG di Sry. come sonda, ha consentito
di individuare numerosi geni contenenti la HMG box. Questi
geni sono stati chiamati SOX (Sry-related
HMG box-containing genes), e formano una grande famiglia
i cui membri presentano un'omologia >60% nel dominio HMG. Tutti
i geni Sox riconoscono e si legano alla medesima sequenza
bersaglio di DNA in prove di site-selection in vitro,
anche se con differenti gradi di affinità. Queste proteine
svolgono probabilmente ruoli altamente specifici in vivo,
e la loro specificità può derivare dal differente
pattern di espressione nei vari tipi cellulari, dalla localizzazione
nucleare delle proteine codificate e dall'interazione di queste
con proteine regolatorie.
INTERAZIONE DI SRY E DELLE PROTEINE SOX CON IL DNA
Pur non essendoci ancora evidenze dirette a causa della mancanza
dell'anticorpo specifico, la presenza del dominio di legame con
il DNA lascia supporre che la proteina SRY si localizzi nel nucleo.
Il dominio HMG contiene inoltre un segnale di localizzazione nucleare
che, oltre a rafforzare l'ipotesi fatta, può rappresentare
un ulteriore livello di regolazione dell'attività di SRY:
proteine regolatrici potrebbero infatti legarsi alla sequenza
segnale mascherandola e impedendo l'ingresso di SRY nel nucleo.
Anche altre proteine della famiglia SOX contengono segnali di
localizzazione nucleare. SOX9 è espressa nelle gonadi sia
maschili che femminili: nel maschio, subito dopo l'inizio dell'espressione
di Sry, SOX9 viene trasportata nel nucleo delle cellule
pre-Sertoli, in corrispondenza con l'inizio del loro processo
di differenziazione.
Le proteine HMG, originariamente isolate come gruppo eterogeneo
di componenti non istonici dei nucleosomi, sono accomunate dalla
presenza di un dominio conservato per il legame con il DNA, chiamato,
come già detto, HMG box. SRY e le proteine SOX appartengono
a un sottogruppo delle proteine HMG, in quanto capaci di instaurare
un legame sito-specifico con il DNA. Come altre proteine dotate
di questa proprietà, esse si legano al solco minore della
doppia elica e mostrano due diverse attività: il legame
sequenza-specifico al DNA lineare e il legame sequenza-indipendente
alle strutture curvate del DNA cruciforme; il legame di SRY e
delle proteine SOX al DNA lineare ne induce la curvatura.
Molti dati indicano che SRY e le proteine SOX agiscono da organizzatori
locali di cromatina piuttosto che come attivatori o repressori
classici. Si pensa che le proteine HMG svolgano un ruolo architettonico,
facilitando l'assemblaggio dei complessi nucleoproteici al sito
bersaglio. Studi condotti su un'altra proteina HMG, LEF1, suggeriscono
che la curvatura indotta nel DNA possa avvicinare fattori trascrizionali
legati al DNA in siti distanti tra loro, risultando nell'attivazione
o repressione del gene bersaglio.
Il confronto delle proprietà di legame in vitro
di proteine SRY normali e SRY mutanti umane derivate da femmine
XY (reversione del sesso) ha evidenziato mutazioni che alterano
la capacità della proteina di legare o di curvare il DNA.
La capacità di SRY di legare il DNA è necessaria
per la formazione del testicolo, in quanto la proteina estratta
da pazienti con reversione del sesso (femmine XY) manca di tale
attività in vitro.
La modellizzazione molecolare dell'interazione tra SRY e la cromatina
ha permesso di identificare amminoacidi importanti per la stabilità
strutturale della proteina e altri che si trovano nei punti critici
di contatto con il DNA. Molte delle mutazioni individuate in individui
XY con reversione del sesso ricadono in una di queste due categorie.
I BERSAGLI DI SRY
Uno dei problemi per l'identificazione dei bersagli di SRY
risiede nella mancanza di sistemi di cellule in coltura che possano
costituire un modello dell'azione di SRY in cellula. I possibili
bersagli di SRY potrebbero essere presenti solo nelle cellule
che esprimono SRY in vivo; pertanto indurne l'espressione in sistemi
cellulari diversi ma per i quali esistono metodi di coltura in
vitro ben caratterizzati potrebbe non portare ad alcuna conclusione.
D'altro canto non è ancora disponibile un metodo per coltivare
in vitro le cellule che esprimono nativamente Sry.
Un approccio per identificare i geni bersaglio di SRY consiste
nell'individuare le divergenze precoci nei pattern di espressione
tra le gonadi maschili e quelle femminili. Con questa tecnica,
oltre alla differente espressione degli enzimi coinvolti nel metabolismo
degli ormoni steroidei, sono state individuate differenze nell'espressione
dei geni Amh, Sf1, Dhh e
Bmp8.
Amh è un gene espresso dalle cellule del Sertoli.
Esso codifica per l'ormone che determina la regressione dei dotti
Müller negli embrioni di sesso maschile (anti-Müllerian
hormone, AMH, indicato anche come MIS, Müllerian-inhibiting
substance) e costituisce quindi uno dei potenziali bersagli
dell'azione di SRY: infatti, il differenziamento del fenotipo
sessuale maschile richiede, oltre alla formazione del testicolo,
la formazione dei gonodotti maschili a partire dai dotti di Wolff
e la contemporanea degenerazione dei precursori dei gonodotti
femminili, i dotti di Müller. AMH è responsabile della
regressione dei dotti di Müller, mentre il testosterone secreto
dalle cellule di Leydig determina lo sviluppo dei dotti di Wolff.
Amh non è necessario per la formazione del testicolo:
in topi maschi Amh-/- il testicolo si sviluppa normalmente
ma si ha permanenza dei dotti di Müller, il che produce una
condizione di pseudoermafroditismo. La maggior parte dei mutanti
sono sterili perché lo sviluppo di entrambi i gonodotti
impedisce fisicamente l'emissione degli spermatozoi; inoltre molti
mutanti Amh-/- mostrano iperplasia delle cellule di Leydig
o addirittura tumori. Viceversa femmine transgeniche che esprimono
cronicamente Amh durante l'embriogenesi non sviluppano
l'utero e gli ovidutti, e le ovaie, benché formate, perdono
le cellule germinali e degenerano.
SRY induce l'espressione di AMH, che però sembra
non essere un diretto bersaglio del legame di SRY: infatti, benché
sequenze che SRY riconosce in vitro siano presenti a monte
del promotore di Amh, mutazioni a monte di Amh non
influenzano l'attivazione da parte di SRY. Questi risultati apparentemente
contraddittori potrebbero essere spiegati ipotizzando che SRY
promuova la formazione di un complesso di attivazione che si lega
al promotore di Amh, e che esso sia attivo anche quando
l'affinità di legame è ridotta dalle mutazioni.
L'ormone AMH secreto dalle cellule di Sertoli deve a sua volta
agire su altre cellule bersaglio per indurre la regressione dei
dotti di Müller. Mediante saggi di ibridazione in situ,
l'espressione di due geni per i putativi recettori di AMH è
stata localizzata nelle cellule mesenchimali adiacenti ai dotti
di Müller, suggerendo che AMH agisca alterando il mesenchima
che circonda i dotti provocandone la regressione con meccanismo
indiretto.
Il gene Sf1 codifica per un recettore steroideo nucleare, il fattore steroidogenico I (SF1, Steroidogenic factor I). Esso svolge sicuramente un ruolo nella differenziazione delle gonadi, in quanto la sua espressione nelle gonadi primordiali assume caratteristiche differenti nel maschio e nella femmina a partire da 12.5 dpc, cioè in corrispondenza con la divergenza dello sviluppo del testicolo da quello dell'ovario. Inoltre SF1 agisce a stadi più tardivi dello sviluppo del testicolo nel controllo delle vie di sintesi degli androgeni nelle cellule di Leydig e nell'attivazione di AMH nelle cellule di Sertoli. Gli embrioni Sf1-/- non sviluppano le gonadi, e se ciò da un lato convalida il ruolo primario di Sf1, dall'altro impedisce di esaminare più dettagliatamente il ruolo di SF1 nelle fasi successive dello sviluppo del testicolo.
L'espressione di Dhh (Desert hedgehog) è coinvolta nelle segnalazioni tra le cellule di Sertoli e le cellule germinali mentre Bmp8 è necessario per la regolazione della spermatogenesi. Questi due geni mostrano differenti pattern di espressione nelle gonadi maschili ed in quelle femminili, ma nessuno dei due è necessario per lo sviluppo del testicolo, dato che esso avviene normalmente sia nei topi Dhh-/- che in quelli Bmp8-/-.
ALTRI GENI DELLA DETERMINAZIONE DEL SESSO
Lo studio delle mutazioni naturali associate ad alterazioni
dello sviluppo dei caratteri sessuali può consentire di
raccogliere ulteriori informazioni per l'individuazione dei geni
coinvolti nella determinazione del sesso.
Sia nel topo che nell'uomo sono note numerose mutazioni che influenzano
la determinazione del sesso (riassunte nelle Tabelle 1 e 2).
I GENI TDA
La mutazione murina storicamente più importante è
detta YPOS: i topi Mus musculus Poschiavinus portatori
di questa mutazione non mostrano alcuna alterazione fenotipica;
ma quando il cromosoma YPOS, in seguito a incroci, viene ereditato
da individui di razze differenti si ha una elevata incidenza di
ovotestis, cioè di gonadi ambigue, e di completa
reversione del sesso. Il fenomeno si osserva soprattutto nella
linea C57BL6. Evidentemente il background genetico autosomico
influenza l'attività dei geni del cromosoma Y, e questa
particolare mutazione ha permesso quindi di rivelare l'esistenza
di loci autosomici coinvolti nella determinazione del sesso. L'effetto
YPOS suggerisce che tali loci siano capaci di influenzare l'espressione
di Sry, dato che il medesimo gene Sry non produce
alterazioni fenotipiche in alcuni individui ma può dare
addirittura reversione del sesso in altri. I loci autosomici implicati
nella determinazione del sesso, di cui la mutazione YPOS ha consentito
di postulare l'esistenza, sono stati chiamati Tda
(testis-determining autosomal loci).
Tre diverse mutazioni autosomiche associate a reversione del sesso
hanno permesso di localizzare 3 geni Tda sui cromosomi
2, 4 e 5 (vedi Tabella 1).
Verosimilmente, dato anche il differente grado di gravità
delle alterazioni fenotipiche a carico delle gonadi, l'effetto
YPOS è dovuto a interazioni genetiche capaci di influenzare
il livello di espressione di Sry. Uno dei loci capaci di
tale influenza sembra codificare per una proteina coinvolta nella
stabilità del trascritto di Sry.
Tabella 1: mutazioni che influenzano la determinazione del sesso nel topo
mutazione |
cromosoma |
gene |
YPOS |
Y |
Sry |
TOrl(delezione)/YAKR |
17/Y |
Brachyary(+/-) |
Thp(delezione)/YAKR |
17/Y |
Brachyary(+/-) |
W19H,We |
5 |
c-Kit |
Sld |
10 |
MglSl-d |
Tda1 |
2 ctr |
? |
Tda2 |
4 dist |
? |
Tda3 |
5 ctr |
? |
XYTdym1 |
Y |
Sry |
XYdel |
Y |
? |
Tabella 2: mutazioni che influenzano la determinazione del sesso nell'uomo
mutazione |
cromosoma |
gene |
XY gonadal dysgenesis |
Y |
15% SRY |
duplicazione DSS |
Xp21 |
DAX1 |
displasia campomelica |
17q |
SOX9 |
sindrome di Denys-Drash |
11p |
WT1 |
sindrome di Frasier |
11p |
WT1 |
Delezioni |
9pter |
? |
Delezioni |
10qter |
? |
Short-rib polydactyly |
|
|
alfa-talassemia/ritardo mentale X-linked (ATR-X) |
|
|
Smith-Lemli-Opitz (SLO) |
7q32 |
? |
Uno dei geni individuati mediante lo studio di mutazioni umane
è SOX9, che codifica, come già detto, per
una proteina contenente una HMG box simile a quella di
SRY. SOX9 è stato individuato sul braccio lungo
del cromosoma 17 clonando il punto di rottura cromosomico delle
traslocazioni presenti in pazienti affetti da displasia campomelica,
una malattia invalidante delle ossa associata ad un'elevata incidenza
di reversione di sesso da maschio a femmina. E' evidente quindi
che questo gene, oltre al ruolo nella morfogenesi della ossa,
è associato con lo sviluppo del testicolo. A riprova di
ciò, nella gonade di embrioni XY l'espressione di questo
gene aumenta subito dopo l'inizio dell'espressione di Sry
ed è osservata durante la formazione del testicolo non
solo nel topo e in altri mammiferi, ma anche nei polli.
Il fatto che pazienti femmine con displasia campomelica non presentino
alterazioni nello sviluppo delle gonadi fa pensare che SOX9
agisca insieme a SRY nel determinare lo sviluppo in senso
maschile degli embrioni XY, e che SRY e SOX9 possano
far parte della stessa sequenza di controllo dello sviluppo embrionale.
L'analisi mutazionale di SOX9 nell'uomo ha mostrato che
questo gene è aplo-insufficiente: il livello normale
di trascritto, e quindi di proteina, è mantenuto solo in
presenza di entrambi gli alleli. Mutazioni in un singolo allele
possono pertanto produrre un abbassamento del livello di proteina
SOX9, e se tali mutazioni sono capaci di provocare gravi turbe
dello sviluppo quali la reversione di sesso, allora il dosaggio
di SOX9 svolge un ruolo critico per il normale sviluppo degli
embrioni maschili.
Sox9 è espresso durante lo sviluppo della cresta
genitale negli embrioni di topo, ma non è noto il tipo
cellulare in cui l'espressione avviene. Se Sox9 fosse espresso
nello stesso tipo cellulare che esprime Sry, forse potrebbe
agire aumentando il segnale di Sry al di sopra della soglia
critica, e contibuendo così ad innescare lo sviluppo del
testicolo. In alternativa, Sox9 potrebbe essere espresso
in un tipo cellulare diverso che risponde al segnale di Sry
mediante interazioni cellula-cellula.
DSS-DAX1
Un'altra mutazione umana associata a reversione del sesso
riguarda una regione del braccio corto del cromosoma X, indicata
con Xp21. Se questa regione è duplicata o traslocata su
un autosoma, individui XY non sviluppano i testicoli e si ha invece
lo sviluppo del fenotipo sessuale femminile. Ciò accade
anche in presenza di un normale gene SRY sul cromosoma
Y, indicando che la regione Xp21 contiene un gene capace di indurre
lo sviluppo femminile indipendentemente dalla presenza del fattore
primario per la determinazione del sesso maschile. Il fatto che
la reversione del sesso sia associata a duplicazioni o traslocazioni
di questa regione indica che l'effetto è dose-dipendente,
ed il gene di cui si è postulata l'esistenza è stato
pertanto chiamato dosage-sensitive sex-reversal
(DSS).
L'inattivazione dei cromosomi X sovrannumerari, che si verifica
tanto nelle femmine quanto negli individui portatori di aberrazioni
cromosomiche, impedisce qualsiasi effetto dose da parte di geni
situati sul cromosoma X, assicurando che le cellule con più
di un cromosoma X producano comunque la dose di trascritto corrispondente
ad un unico allele: gli embrioni XXY, pur avendo due cromosomi
X, e quindi anche due geni DSS, si sviluppano come maschi,
perché uno dei due geni DSS è inattivato
e il gene SRY svolge un ruolo dominante nell'indurre lo
sviluppo del testicolo. Invece, sia la duplicazione che la traslocazione
su un autosoma fanno sì che DSS sfugga a questo
meccanismo di controllo, portando ad un dosaggio doppio che risulta
nella reversione di sesso.
Il fatto che un gene capace di reprimere lo sviluppo del testicolo,
quando presente in più copie, sia localizzato sul cromosoma
X potrebbe suggerire che anche nei Mammiferi il dosaggio del cromosoma
X possa aver avuto un ruolo nella determinazione del sesso. Nei
Marsupiali alcuni aspetti dello sviluppo sessuale sembrano essere
controllati dal rapporto tra cromosomi X ed autosomi, e ciò
potrebbe far pensare che nei Mammiferi più meccanismi per
la determinazione del sesso si siano sovrapposti nel corso dell'evoluzione:
nei Mammiferi Euteri e nei Marsupiali, la determinazione del sesso
si basa sulla presenza di un gene dominante, ma i Marsupiali hanno
in parte conservato la dipendenza dal rapporto X/autosomi. L'esistenza
del gene DSS sul cromosoma X sembra indicarci che un meccanismo
basato sul rapporto X/autosomi potrebbe ancora esistere nei mammiferi,
ma che su di esso l'evoluzione ha stratificato il nuovo sistema
a gene dominante, mascherando il 'congegno' ormai vetusto con
lo stratagemma dell'inattivazione del cromosoma X.
Dati recenti indicano che anche nel maschio XY l'unico cromosoma
X viene inattivato in certi tipi cellulari durante lo sviluppo
del testicolo, facendo sospettare che il ruolo dominante di Sry
si possa espletare solo in assenza di interferenze da parte di
geni localizzati sul cromosoma X.
L'esistenza di casi di reversione di sesso non dipendenti da mutazioni
di SRY ha permesso di postulare l'esistenza del gene DSS,
localizzato nella regione Xp21. In seguito, da questa regione
è stato clonato un gene a cui è stato dato il nome
di DAX1 (DSS-AHC critical region
on the X, gene 1). Si ritiene che DAX1
si identifichi con il gene teorico DSS, e sia quindi responsabile
della reversione di sesso dosaggio-dipendente. Benché nell'uomo
mutazioni di questo gene provochino difetti nello sviluppo delle
ghiandole surrenali (adrenal hypoplasia congenita,
AHC), l'espressione di Dax1 nelle gonadi di topo è
in favore del coinvolgimento di questo gene nella determinazione
del sesso: Dax1 comicia a essere espresso a 11.5 dpc, e
quindi in concomitanza con Sry; l'espressione continua
nell'ovario, mentre termina a 12.0 dpc se la gonade bipotenziale
si sviluppa in testicolo. Si pensa quindi che Dax1 svolga
un ruolo chiave nel controllo della differenziazione dell'ovario
Dax1, come Sf1, codifica per un recettore nucleare
ed entrambi i geni potrebbero far parte dello stesso sistema per
il controllo dello sviluppo endocrino. I geni di questo tipo probabilmente
agiscono in più stadi dello sviluppo embrionale. Al momento
della divergenza dello sviluppo della gonade maschile da quella
femminile, Dax1 potrebbe agire da iniziatore della via
femminile, ma il meccanismo d'azione di questo gene nella determinazione
del sesso non è ancora chiarito. Studi sulla superespressione
di Dax1 in topi transgenici causano la reversione del sesso
in topi XY, indicando un ruolo del gene della reversione del sesso
sensibile alla dose. Tuttavia, a differenza dell'uomo, questo
effetto dose si esprime solo in presenza di un allele Sry
debole, mettendo in luce un inflenza modificatrice del background
genetico sul gene murino.
Il clonaggio del gene DAX1 dal cromosoma X umano ha permesso
anche di effettuare studi comparativi che potessero far luce sull'ipotizzato
ruolo ancestrale di DSS in un meccanismo di determinazione
del sesso basato sul rapporto X/autosomi, in parte conservato
nei Marsupiali e nei Monotremi. In realtà in questi animali
l'intero gruppo dei geni Xp umani, tra cui DAX1, si trova
su un autosoma, ed è quindi poco probabile che tali geni
facessero parte del cromosoma X ancestrale.
Nel dicembre 1998 (Nat.Genet.20 dicembre 1998 318-319;353-357)
sono stati pubblicati i primi risultati sui topi knockout (portatori
di un gene deleto) I risultati sono stati sorprendenti e se da
una parte hanno chiarito la funzione di AHC nel topo (Ahch),
dall'altra hanno aperto una serie di ulteriori interrogativi.
Infatti il topo transgenico di sesso femminile non presenta compromissione
ne dello sviluppo dell'ovaio ne di altri aspetti del differenziamento
femminile, mentre il trangenico di sesso maschile non ha inversione
sessuale, ma spermatogenesi alterata. Questi dati mettono in evidenza
un'inaspettata funzione specifica del sesso maschile di questo
gene. Questi risultati potrebbero riflettere una differenza fra
l'uomo e il topo nel differenziamento sessuale come pure, piu
verosimilmente, indicare una errata interpretazione del ruolo
di AHC nella determinazione del sesso.
Il coinvolgimento di AHC nel differenziamento sessuale femminile
derivava dall'osservazione sia che nell'uomo la duplicazione della
regione dove AHC mappa, provoca reversione del sesso nei maschi
le sia che nel topo l'espressione di Ahch e' aumentata
nell'ovaio nel periodo del differenziamento sessuale. Va ricordato
che l'insufficienza surrenalica nell'uomo deriva dal mancato sviluppo
delle aree produttrici di ormoni steroidei nel surrene. Alla puberta'
gli affetti mostrano una ridotta funzionalita' gonadica legata
a difetti sia dell'ipotalamo che dell'ipofisi che compromettono
la produzione di gonadotropine.
Un'analisi delle gonadi del topo XY mutante ha messo in evidenza
un ridotto peso del testicolo. I testicoli appaiono normali alla
nascita, ma successivamente vanno incontro a disgenesia e a riduzione
delle cellule germinali fino alla completa perdita delle stesse.
Questa degenerazione, provoca infertilita' e puo' essere originata
da un alterato funzionamento delle cellule del Sertoli, che esprimono
il gene Ahch e hanno funzione di sostegno nella spermatogenesi.
Al contrario l'ipogonadismo nell'uomo sembra essere originato
dalla mancanza di gonadotrpine ipofisarie. Nel topo mutante XX
non ci sono alterazioni ne' riduzione della fertilita': sono presenti
solo piccole alterazioni della struttura dei follicoli che possono
indicare un ridotto funzionamento delle cellule della granulosa
dovuto alla mancanza di Ahch.
La spiegazione della differenza fra atteso ed osservato puo'
dipendere da due diversi motivi.
1)L'allele mutante codifica una proteina con una attivita' residua.
Infatti, sebbene l'allele mutante manchi del secondo esone (essenziale
per la funzione nell'uomo), e' ancora in grado di produrre trascritti
per la maggior parte della proteina Ahch. Questi trascritti alterati
tuttavia, sono presenti a livelli molto bassi, suggerendo che
difficilmente la proteina possa avere attivita' a livelli significativi.
2) In alternativa la differenza fra il fenotipo umano e il topo
knockout puo' indicare differenze specie-specifiche a livello
di altri geni coinvolti nel differenziamento del sistema endocrino.
Il topo mutante sara' percio' uno ottimo strumento per la comprensione
dei meccanismi che controllano lo sviluppo e la funzione del surrene
e delle gonadi. Questo studio ha dimostrato che Ahch codifica
sia per un fattore antitesticolo (che agisce negli stadi critici
della determinazione del sesso) che per un fattore essenziale
nella spermatogenesi. Rimane ancora da chiarire il ruolo di AHCH
nell'uomo, mentre e' evidente che il gene dello sviluppo dell'ovaio
e' ancora da trovare.
SOX3
Un gene che invece si trova nella regione del cromosoma
X che si pensa essere comune a tutti i mammiferi è Sox3,
il gene della famiglia SOX che presenta maggiore omologia con
Sry. Si ipotizza che Sox3 fosse presente sia sul
cromosoma X che su quello Y, ma che l'allele sul cromosoma Y,
una volta isolato a causa dell'impossibilità di ricombinazioni,
si sia rapidamente evoluto in Sry. Poiché tutte
le proteine SOX riconoscono le stesse sequenze bersaglio sul DNA
in vitro, è stato ipotizzato che SRY e SOX3 possano
competere anche in vivo. L'evoluzione di Sry potrebbe
perciò aver portato all'acquisizione della capacità
di determinare il sesso maschile in quanto la proteina SRY, sufficientemente
diversa da SOX3, competerebbe con successo per un sito bersaglio
sul DNA, impedendo a SOX3 di attivare la via per lo sviluppo femminile.
Nell'embrione, Sox3 è espresso nel tessuto neurale
e nelle cellule somatiche delle gonadi in entrambi i sessi. Nell'uomo,
mutazioni di questo gene sono associate a ritardo mentale (X-linked
mental retardation syndrome), ma i portatori (maschi) non
mostrano alcuna disgenesia dei testicoli. Ampie delezioni della
regione del cromosoma X che contiene SOX3 (Xq26-27) sono
invece associate con la precoce regressione delle ovaie, ma non
ci sono elementi sufficienti per identificare SOX3 come il gene
responsabile dello sviluppo delle gonadi femminili. Futuri studi
sulla superespressione di Sox3 in topi transgenici o sull'effetto
di mutazioni Sox3-/- permetteranno forse di far luce sul
ruolo svolto da questo gene nella determinazione del sesso.
WT1
La sindrome di Danish-Drash (DDS, Danish-Drash
syndrome) e la sindrome di Frasier sono entrambe
caratterizzate da difetti dello sviluppo dell'apparato urogenitale
ed associate a mutazioni del gene del tumore di Wilms WT1,
localizzato sul cromosoma 11. In pazienti affetti da DDS sono
state individuate: -sostituzioni amminoacidiche che alterano i
siti di contatto della proteina con il DNA; -terminazioni premature
della traduzione; -mutazioni di siti di splicing. In tutti
i casi osservati le mutazioni sono in eterozigosi, suggerendo
un effetto dosaggio o una dominanza negativa della proteina mutata.
La sindrome di Frasier, come la DDS, è caratterizzata da
un ampio spettro di alterazioni a carico dell'apparato urogenitale,
tra cui disgenesia delle gonadi e, tra le persone affette, si
osserva un'elevata incidenza di gonadoblastoma.
DMT1
Recentemente è stato isolato un altro gene umano
espresso solo nel testicolo. Questo gene presenta una regione
di legame con il DNA ed è stato chiamato DMT1
(DNA-binding motif gene 1- testis).
DMT1 è localizzato sul braccio corto del cromosoma
9, in una regione interessata da mutazioni associate a reversione
del sesso. Questo dato, insieme all'espressione limitata al testicolo,
suggerisce che DMT1 sia un ulteriore membro della serie
di geni coinvolti nel processo di determinzaione del fenotipo
sessuale.
La biologia cellulare dello sviluppo del testicolo
Le gonadi si sviluppano a partire da una struttura primordiale
comune agli embrioni sia di sesso maschile che di sesso femminile.
Ad un certo stadio dello sviluppo dell'embrione, se non si ha
l'espressione del gene Sry, la gonade indifferenziata comincia
a svilupparsi come ovario; viceversa, se è presente un
cromosoma Y, l'espressione di Sry in un preciso e critico
momento dello sviluppo embrionale induce lo sviluppo del testicolo.
Quindi il gene Sry è l'agente primario nella determinazione
del sesso dei Mammiferi.
Subito dopo l'espressione di Sry, la gonade cresce di dimensioni
e le cellule si riorganizzano formando strutture simili a cordoni,
come dettagliatamente descritto; pertanto si potrebbe pensare
che Sry agisca primariamente sull'architettura della gonade.
Già nella gonade indifferenziata (11.5 dpc nel topo) sono
distinguibili le due principali linee somatiche: le cellule
di supporto, che si differenzieranno in cellule di Sertoli
nel maschio ed in cellule follicolari nella femmina, e le cellule
steroidogeniche, che daranno le cellule di Leydig nel mashio
e le cellule della teca nella femmina. Studi condotti con chimere
XX-XY hanno consentito di stabilire che Sry è richiesto
solo nelle cellule pre-Sertoli della gonade embrionale : si ipotizza
che Sry determini il destino delle cellule pre-Sertoli,
che a loro volta influenzano gli altri tipi cellulari del testicolo
in sviluppo mediante interazioni intercellulari, dando inizio
ai processi di riorganizzazione cellulare quali l'associazione
e il movimento delle cellule, nonché la vascolarizzazione.
Infatti la riorganizzazione morfologica della gonade è
osservabile 12-24 ore dopo il picco di espressione di Sry.
Probabilmente il completo differenziamento delle cellule di Sertoli
è a sua volta raggiunto grazie a tale riorganizzazione
strutturale, e quindi si creerebbero relazioni di interdipendenza
tra i vari tipi cellulari, tutte finalizzate al raggiungimento
della struttura definitiva del testicolo e all'acquisizione del
fenotipo differenziato delle sue cellule somatiche. Le cellule
di Sertoli e quelle di Leydig si distinguono chiaramente tra loro
solo dopo la formazione dei cordoni cellulari, quando le cellule
di Sertoli si aggregano all'interno dei cordoni e quelle di Leydig
si localizzano negli interstizi.
Si pensa invece che le cellule germinali non abbiano alcun ruolo
nel determinare la struttura del testicolo, in quanto in mutanti
privi di di cellule germinali il testicolo si forma normalmente
(al contrario nelle femmine le cellule germinali sono necessarie
per mantenere la struttura follicolare dell'ovaio ).
Un terzo tipo di cellule somatiche presente nel testicolo è
rappresentato dalle cellule connettivali, fra cui le cellule
mioidi peritubulari: esse circondano i cordoni cellulari del
testicolo, separando le cellule di Sertoli da quelle di Leydig.
Esperimenti di organo-cultura suggeriscono che nel topo le cellule
mioidi derivino da una popolazione di cellule che migrano nella
cresta genitale dal mesonefro dopo 11.5 dpc. La migrazione cellulare
dal mesonefro alla gonade è un processo specifico dello
sviluppo della gonade maschile, dipendente dall'attività
di Sry nella cresta genitale. La migrazione può
essere indotta anche in una gonade femminile, ponendola a contatto
con una porzione di tessuto di gonade maschile, e ciò dimostra
che il tessuto maschile può esercitare un segnale chemiotattico
attivo. Quando si induce la migrazione di cellule mesonefriche
in una gonade femminile, si induce anche l'organizzazione dei
cordoni tipici del testicolo.
Le cellule interessate alla migrazione sembrano essere associate
ai vasi sanguigni, con significato non chiarito. Probabilmente
per lo sviluppo del testicolo è necessario che la vascolarizzazione
sia pienamente funzionante ad uno stadio più precoce di
quanto richiesto per lo sviluppo dell'ovario. Infatti la gonade
maschile cresce più rapidamente, ed ha quindi un fabbisogno
di ossigeno maggiore. Un'altra possibilità è che
la vascolarizzazione precoce del testicolo sia finalizzata ad
esportare il testosterone e l'AMH necessari per la mascolinizzazione
dell'embrione; per contro l'embrione femminile non avrebbe questa
necessità perchè il suo sviluppo non è strettamente
dipendente dagli estrogeni prodotti dalle gonadi embrionali.
Nel testicolo dell'adulto le cellule mioidi peritubulari sono
associate alle cellule di Sertoli e partecipano alla formazione
dei cordoni testicolari. Probabilmente l'arrivo di queste cellule
nella gonade promuove l'ulteriore e definitiva differenziazione
delle cellule pre-Sertoli e degli altri tipi cellulari già
presenti nella gonade.
CONCLUSIONI
Le cellule pre-Sertoli della cresta genitale sono le uniche
in cui è necessaria la presenza del cromosoma Y perché
la gonade bipotenziale si sviluppi in testicolo, e si ritiene
pertanto che il gene SRY si esprima in queste cellule.
Questo significa che le cellule pre-Sertoli sono in grado di inviare
segnali alle altre cellule della gonade inducendone la differenziazione.
Un gene candidato quale bersaglio della segnalazione intercellulare
di SRY è SOX9. Il fatto che SOX9 influenzi
lo sviluppo delle ossa e delle cartilagini lascia supporre che
esso sia espresso da cellule mesenchimali. Si può quindi
ipotizzare che il suo ruolo nello sviluppo del testicolo sia legato
all'espressione nelle cellule mesenchimali del mesonefro: queste
cellule sono infatti interessate ad un processo di migrazione
verso la gonade, necessario per la formazione dei cordoni sessuali
del testicolo. Le mutazioni in Sox9, causando aploinsufficienza
della proteina, comprometterebbero la capacità di tali
cellule di rispondere al segnale chemioattrattivo, determinando
il mancato sviluppo dei cordoni sessuali, che è il primo
passo dell'organogenesi del testicolo.
I dati sul diretto coinvolgimento del gene DAX1 nella determinazione
del sesso sono meno chiari. Questo gene è implicato più
in generale nel controllo dello sviluppo endocrino e. pertanto,
per far piena luce sulla sua funzione nel controllo dello sviluppo
dei caratteri sessuali, non si può prescindere dalla comprensione
delle interrelazioni tra ipofisi, ipotalamo, ghiandole surrenali
e gonadi durante lo sviluppo embrionale. L'aspetto più
interessante rimane la possibilità che DAX1, localizzato
sul cromosoma X, possa rappresentare un elemento di un meccanismo
ancestrale della determinazione del sesso basato sul dosaggio
del cromosoma X.
L'ipotesi più diffusa è che la proteina SRY agisca
direttamente come attivatore degli altri geni responsabili della
formazione del testicolo. Recentemente è stato invece proposto
che l'azione di SRY sia indiretta e mediata dai geni SOX3
e SOX9. Graves propone che il gene responsabile dell'attivazione
del programma di organogenesi del testicolo sia SOX9: nelle
femmine la proteina SOX3 inibirebbe l'azione di SOX9, impedendo
la formazione del testicolo e lasciando quindi che si realizzi
il programma predefinito di formazione dell'ovario; nei maschi,
invece, SRY inibirebbe SOX3 permettendo a SOX9 di svolgere la
sua funzione. Inoltre, l'attuale sistema a gene dominante avrebbe
sostituito un precedente sistema di determinazione del sesso basato
sul dosaggio di SOX3, e sarebbe il risultato dell'evoluzione
di SRY a partire da SOX3.
L'interpretazione della complessa rete genetica che è alla
base della determinazione del sesso richiede la comprensione della
natura dinamica dello sviluppo embrionale, incentrata su meccanismi
di induzione e risposta che si attivano in maniera transiente.
Il controllo dello sviluppo in senso maschile o femminile è
un sistema fortemente canalizzato: una volta che la decisione
di iniziare lo sviluppo del testicolo è presa, tutte le
cellule della gonade primordiale sono 'reclutate', con un meccanismo
finemente controllato che rende molto rara l'evenienza di un ovotestis
nei mammiferi.
I progressi compiuti in questi ultimi anni nell'identificazione
dei geni coinvolti nella determinazione del sesso nei mammiferi
lasciano solo intravedere la complessità dello sviluppo
degli apparati riproduttivi. La comprensione del meccanismo d'azione
dei geni che governano la differenziazione e lo sviluppo embrionale
resta forse la sfida più affascinante della genetica molecolare,
quella che ci permetterà di capire come nasce l'uomo.
Ipotesi di interazione fra i geni coinvolti nel differenziamento
sessuale formulata nel 1996. Dati successivi hanno chiarito il
ruolo di DSS(AHCH).
(c.f.r. i lavori su AHCH successivi)