BIOLOGIA AMBIENTALE ED EVOLUTIVA
PROGRAMMI D'INSEGNAMENTO
ultimo aggiornamento 11/01/2013
Igiene ambientale e salute
Inglese scientifico
Legislazione professionale
Statistica applicata alla Biologia
Tecnologie biomolecolari per il monitoraggio ambientale
Corso di laurea
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Laurea magistrale in BIOLOGIA AMBIENTALE ED
EVOLUTIVA (orientamento: B.A.)
|
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Insegnamento
|
Antropologia e Adattamento
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Docente |
Prof. Vittorio PESCE
DELFINO
Telefono:080
5442058 e-mail: d.pesce@biologia.uniba.it Orario
ricev. LU, MA, ME - Ore 9 - 9.30 c/o: Lab. di Antropologia – Dip.to di
Zoologia |
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Attività
|
Lezioni
frontali
|
Esercitazioni
|
Laboratorio
|
Totale |
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Crediti |
3 |
|
|
3
|
|||
Ore attività |
24 |
|
|
24 |
|||
Ore studio individuale |
51 |
|
|
51 |
|||
Pre-requisiti |
Anatomia
topografica, Sistematiche, Matematica e Statistica |
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Obiettivi di Base |
Ricostruire
modelli dell’evoluzionismo, con particolare riferimento alla
filogenesi umana |
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Obiettivi Formativi Disciplinari
|
Conoscenza
di: 1
Aspetti metodologici nello studio dell’evoluzionismo 2
Concetto di “spazi evoluzionistici” 3
Modelli evoluzionistici e adattamenti 4
Modelli evoluzionistici specifici della filogenesi umana |
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Obiettivi Professionalizzanti |
Conoscenza
di: 1
Trasformazioni evoluzionistiche dei meccanismi adattativi del corpo
umano verso variabili ambientali. 2
Variabili ambientali per le quali non si sono evoluti
meccanismi di adattamento (concetto e significato dei “valori
minimi accettabili”). 3
Omeostasi e meccanismi di adattamento di tipo lento e rapido, concetto
di “fenocopia”. 4
Omeotermia e adattamenti verso la temperatura ambientale; significato
adattativo della temperatura corporea. 5
Modificazioni evoluzionistiche di proporzioni corporee, cute,
sottocutaneo, apparati respiratorio, vascolare e sudoriparo come
componenti del sistema di adattamento alla temperatura. 6
Limiti delle capacità di adattamento e meccanismi di innesco di
sindromi da disadattamento. |
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Contenuto
|
DETTAGLI
SUL CONTENUTO (PROGRAMMA) 1
Aspetti metodologici nello studio dell’evoluzionismo 2
Concetto di “spazi evoluzionistici” 3
Modelli evoluzionistici e adattamenti 4
Modelli evoluzionistici specifici della filogenesi umana 5
Trasformazioni evoluzionistiche dei meccanismi adattativi del corpo
umano verso variabili ambientali. 6
Variabili ambientali per le quali non si sono evoluti
meccanismi di adattamento (concetto e significato dei “valori
minimi accettabili”). 7
Omeostasi e meccanismi di adattamento di tipo lento e rapido, concetto
di “fenocopia”. 8
Omeotermia e adattamenti verso la temperatura ambientale; significato
adattativo della temperatura corporea. 9
Modificazioni evoluzionistiche di proporzioni corporee, cute,
sottocutaneo, apparati respiratorio, vascolare e sudoriparo come
componenti del sistema di adattamento alla temperatura. 10
Limiti delle capacità di adattamento e meccanismi di innesco di
sindromi da disadattamento. |
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Testi consigliati |
-
Appunti delle lezioni (cartacei e multimediali) -
Facchini F., Evoluzione, Uomo e Ambiente , UTET, Torino, 1996. - Klein, R. G. (1999) The Human Career: Human
Biological and Cultural Origins. |
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Propedeuticità |
Nessuna
|
Consigliate
Anatomie -Matematica e Statistica
|
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Metodi di valutazione |
Prova scritta
SI
|
Colloquio orale
SI
|
Prova di laboratorio
NO
|
Prove di esonero parziali
NO
|
|||
Collocazione |
Anno di Corso
I
|
Quadrimestre
I
|
Data inizio
|
Data fine
|
|||
|
|
|
|
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|
Corso di laurea
|
Laurea magistrale in BIOLOGIA AMBIENTALE ED
EVOLUTIVA (orientamento: B.A.)
|
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Insegnamento
|
ZOOLOGIA II modulo di
Biodiversità animale
|
||||||
Docente |
Prof. Miriam GHERARDI
Telefono:
0805443478 - e-mail: m.gherardi@biologia.uniba.it Orario
ricevimento: Lunedì,Mercoledì 11-12,30
Presso: Dip.Zoologia |
||||||
Attività
|
Lezioni
frontali
|
Esercitazioni
|
Laboratorio
|
Totale |
|||
Crediti |
3,5 |
0,5 |
|
4
|
|||
Ore attività |
28 |
6 |
|
34 |
|||
Ore studio individuale |
59,5 |
6,5 |
|
66 |
|||
Pre-requisiti |
|
||||||
Obiettivi di Base |
Analisi
dei processi che sono alla base della biodiversità animale |
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Obiettivi Formativi Disciplinari
|
Analizzare
le risposte adattative ai problemi generali della vita, presentate da
animali caratterizzati da una diversa storia evolutiva e da differenti
gradi di complessità. |
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Obiettivi Professionalizzanti |
|
||||||
Contenuto
|
Evoluzione
della biodiversità. Fattori di evoluzione. Speciazione. Adattamento.
Radiazione adattativa. Convergenza adattativa. Coevoluzione. Piano
organizzativo del corpo e ambiente esterno. Sostegno, protezione,
movimento. Tipi di alimentazione e adattamenti evolutivi dell’apparato
digerente. Evoluzione dei sistemi di trasporto e delle superfici
respiratorie. Adattamenti strutturali e comportamentali nella
regolazione dell’ambiente interno. Coordinazione nervosa e ormonale.
Orologi biologici. Sistemi sensoriali. Orientamento e rotte. |
||||||
Testi consigliati |
ARMS, CAMP – Biologia - Piccin Mitchell et
al.- Zoologia – Zanichelli PURVES et al. – Biologia animale - Zanichelli |
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Propedeuticità |
Obbligatorie
Nessuna
|
Consigliate
|
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Metodi di valutazione |
Prova scritta
NO
|
Colloquio orale
SI
|
Prova di laboratorio
NO
|
Prove di esonero parziali
NO
|
|||
Collocazione |
Anno di Corso
|
Quadrimestre
II
|
Data inizio |
Data fine |
|||
|
|
|
|
|
|
|
|
Corso di laurea
|
Laurea magistrale in BIOLOGIA AMBIENTALE ED
EVOLUTIVA (orientamento: B.A.)
|
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Insegnamento
|
ZOOLOGIA II modulo di
Biologia della riproduzione
|
||||||
Docente |
Prof. Miriam GHERARDI
Telefono:
0805443478 - e-mail: m.gherardi@biologia.uniba.it Orario
ricevimento: Lunedì,Mercoledì 11-12,30
Presso: Dip.Zoologia |
||||||
Attività
|
Lezioni
frontali
|
Esercitazioni
|
Laboratorio
|
Totale |
|||
Crediti |
2 |
|
|
2
|
|||
Ore attività |
16 |
|
|
16 |
|||
Ore studio individuale |
34 |
|
|
34 |
|||
Pre-requisiti |
Elementi
di base di Citologia ed Istologia |
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Obiettivi di Base |
Conoscenza
dei principali processi riproduttivi negli invertebrati e nei
vertebrati. |
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Obiettivi Formativi Disciplinari
|
Studio
delle modalità riproduttive e cenni sullo sviluppo embrionale. |
||||||
Obiettivi Professionalizzanti |
Individuazione
delle fasi della gametogenesi che portano alla differenziazione degli
elementi germinali negli
invertebrati e nei vertebrati. |
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Contenuto
|
La continuità della vita: la riproduzione. Riproduzione agamica.Vantaggi e limiti della
riproduzione agamica. Modalità di riproduzione agamica nei Protozoi e
nei Metazoi: scissione, gemmazione. Poliembrionia. Colonie. Riproduzione
gamica: vantaggi e limiti della riproduzione gamica. Significato della
sessualità. Meiosi e ciclo vitale. Riproduzione sessuale nei Metazoi. Maturazione
delle cellule germinali: spermatogenesi, ovogenesi. Fase lampbrush e
deutoplasmogenesi. Gameti maturi. Evoluzione dello spermatozoo. Membrane
dell'uovo e loro significato. Fecondazione: cambiamenti dello spermatozoo e della
cellula uovo. Monospermia. Polispermia. Neotenia. Dissogonia. Metagenesi.
Gonocorismo. Caratteri sessuali. Ermafroditismo autogamo e dicogamo.
Ermafroditismo simultaneo e sequenziale.Proterandria. Proteroginia.
Partenogenesi naturale e sperimentale. Ginogenesi. Androgenesi.
Pedogenesi. Sviluppo animale: cenni sulla segmentazione totale
delle uova oloblastiche e segmentazione parziale delle uova
meroblastiche. Tipi di blastula. Cenni
sulla gastrulazione: la formazione della struttura corporea. Formazione
del mesoderma. Formazione del celoma: schizocelia, enterocelia.
Protostomi. Deuterostomi. Neurulazione. Organogenesi. Annessi
embrionali. Sviluppo postembrionale. |
||||||
Testi consigliati |
Baccetti
et al. – Trattato italiano, vol. I°, ed. Zanichelli |
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Propedeuticità |
Obbligatorie
Nessuna
|
Consigliate
Nessuna
|
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Metodi di valutazione |
Prova scritta
NO
|
Colloquio oraleSI
|
Prova di laboratorio
NO
|
Prove di esonero parziali
NO
|
|||
Collocazione |
Anno di Corso
|
Quadrimestre
|
Data inizio
|
Data fine
|
|||
|
|
|
|
|
|
|
|
Corso di laurea
|
Laurea magistrale in BIOLOGIA AMBIENTALE ED
EVOLUTIVA (orientamento: B.A.)
|
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Insegnamento
|
BIOLOGIA VEGETALE II
modulo di Botanica marina
|
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Docente |
Prof. Mario De Tullio
Telefono:
080/5442157 e-mail:
detullio@botanica.uniba.it |
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Attività
|
Lezioni
frontali
|
Esercitazioni
|
Laboratorio
|
Totale |
|||
Crediti |
3,5 |
|
0,5 |
4
|
|||
Ore attività |
28 |
|
6 |
34 |
|||
Ore studio individuale |
59,5 |
|
6,5 |
66 |
|||
Pre-requisiti |
Nozioni di biologia vegetale e di biologia delle
micro- e macroalghe |
||||||
Obiettivi di Base |
Conoscenza della biologia e della fisiologia degli
organismi vegetali marini. |
||||||
Obiettivi Formativi Disciplinari
|
Conoscenza degli habitat marini costieri e
sommersi. Analisi dei fattori abiotici e biotici che li caratterizzano.
Morfologia, anatomia e riproduzione dei principali taxa. |
||||||
Obiettivi Professionalizzanti |
Acquisire
la capacità di riconoscere le principali componenti floristiche degli
ambienti marini costieri e sommersi. |
||||||
Contenuto
|
Tipi
di organismi vegetali marini, livelli di organizzazione.
Il fitoplancton: classificazione del plancton;
andamento stagionale della crescita; fioriture e maree rosse; effetti
delle fioriture di fitoplancton sull'ambiente biotico marino; microalghe
tossiche. Il micro-fitobentos: categorie ecologiche in
rapporto al substrato. Il macro-fitobentos: i piani del dominio bentonico; i fattori abiotici della distribuzione (substrati, luce, temperatura, idrodinamismo) e categorie ecologiche in rapporto a tali fattori; pigmenti e distribuzione verticale, esame critico delle teorie classiche sulla zonazione luminosa. Le macroalghe non attaccate: bento-pleuston,
acro-pleuston. L'ambiente chimico dei vegetali marini:
salinità, ruolo fisiologico degli elementi minerali, eutrofizzazione,
gas disciolti, pH. Caratteristiche morfologiche ed ecologiche di base dei principali gruppi algali: alghe procariotiche; Heterokontophyta (Crisoficee, Silicoflagellate, Diatomee, Feoficee), Haptophyta, Dinophyta, Cryptophyta, Rhodophyta; Chlorophyta (Ulvophyceae, Cladophorophyceae, Bryopsidophyceae, Dasycladophyceae). Macroalghe
d'interesse economico: prodotti commerciali, coltivazione. Licheni marini Angiosperme marine: le praterie sommerse, le
alofite semisommerse delle paludi salate, le foreste di mangrovie. Esercitazioni: esame di campioni d'erbario. |
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Testi consigliati |
Materiale didattico:
Presentazione MS-PowerPoint in 4 parti. Testi da consultare: Van den Hoek C., Mann
D. G. e Jahns H. M., 1995. Algae: an introduction to phycology. Dawes
C.J. 1998. Marine botany. 2nd
edition. John Wiley & Sons, Lobban
C.S. & Harrison P.J., 1997. The physiological ecology of seaweeds. |
||||||
Propedeuticità |
Obbligatorie
Nessuna
|
Consigliate
Biologia vegetale; Biologia delle microalghe;
Biologia delle macroalghe.
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|||||
Metodi di valutazione |
Prova scritta
|
Colloquio orale
|
Prova di laboratorio
NO
|
Prove di esonero parziali
NO
|
|||
Collocazione |
Anno di CorsoI
|
Quadrimestre
I
|
Data inizio
|
Data fine
|
|||
|
|
|
|
|
|
|
|
Corso di laurea
|
Laurea magistrale in BIOLOGIA AMBIENTALE ED
EVOLUTIVA (orientamento: B.A.)
|
||||||
Insegnamento
|
ECOFISIOLOGIA
ANIMALE
|
||||||
Docente |
Prof. Angela CORCELLI
Telefono:
080 5478108 e-mail:a.corcelli@biologia.uniba.it Orario
ricev. Lun. 12-13 c/o: Dip Biochimica Biologia e Fisica mediche
Policlinico P.zza G. Cesare |
||||||
Attività
|
Lezioni
frontali
|
Esercitazioni
|
Laboratorio
|
Totale |
|||
Crediti |
4 |
|
|
4
|
|||
Ore attività |
32 |
|
|
32 |
|||
Ore studio individuale |
68 |
|
|
68 |
|||
Pre-requisiti |
Conoscenza
della fisiologia generale e della fisiologia degli organi ed apparati |
||||||
Obiettivi di Base |
Fornire
gli strumenti per comprendere gli adattamenti degli esseri viventi alle
diverse condizioni ambientali |
||||||
Obiettivi Formativi Disciplinari
|
Conoscenza
degli adattamenti degli organismi viventi e degli animali in ambienti
salini ed ipersalini |
||||||
Obiettivi Professionalizzanti |
Capacità
di analizzare i fenomeni fisiologici nel contesto ambientale. |
||||||
Contenuto
|
Gli
adattamenti agli ambienti salini ed ipersalini. L’ecosistema
saline. La
biomassa delle saline. Fisiologia cellulare dei microrganismi alofili. Adattamenti
dei microrganismi alofili archeali durante stress ipotonico. L’artemia
salina. 0smoregolazione
degli animali marini Esempi
di osmoregolazione: gli elasmobranchi, l’anguilla, gli uccelli marini. Camere
di galleggiamento La
vescica natatoria, l’osso di seppia, la conchiglia del Nautilus. Le
tossine degli organismi marini. Le tossine dei microrganismi e organismi
marini: strutture e funzioni. |
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Testi consigliati |
Fisiologia Animale Knut Schmidt-Nielsen Piccin ed |
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Propedeuticità |
Obbligatorie
Nessuna
|
Consigliate
Ecologia
|
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Metodi di valutazione |
Prova scritta
|
Colloquio orale
SI
|
Prova di laboratorio
NO
|
Prove di esonero parziali
NO
|
|||
Collocazione |
Anno di CorsoII
|
Quadrimestre
I
|
Data inizio
|
Data fine
|
|||
|
|
|
|
|
|
|
|
Corso di Laurea
|
Laurea magistrale in BIOLOGIA AMBIENTALE ED
EVOLUTIVA
|
||||||
Insegnamento
|
ECOFISIOLOGIA
VEGETALE
|
||||||
Docente |
Prof.
|
||||||
Attività
|
Lezioni
frontali
|
Esercitazioni
|
Laboratorio
|
Totale |
|||
Crediti |
4 |
|
|
4
|
|||
Ore attività |
32 |
|
|
32 |
|||
Ore studio individuale |
68 |
|
|
68 |
|||
Pre-requisiti |
Acquisizione
di crediti Fisiologia
vegetale della laurea triennale. Conoscenze
di base di Botanica e Fisiologia vegetale.
|
||||||
Obiettivi di Base |
Approfondire
la conoscenza dei processi fisiologici in relazione all’ambiente |
||||||
Obiettivi Formativi Disciplinari
|
Conoscenza
delle risposte fisiologiche di organismi vegetali in risposta a fattori
biotici e abiotici |
||||||
Obiettivi Professionalizzanti |
Capacità
di analisi
di un fenomeno- acquisizione dati di letteratura- interpretazione di
dati sperimentali- |
||||||
Contenuto
|
Gli
organismi vegetali nei biomi terrestri ed acquatici Fotosintesi
e produttività Fotosintesi
degli organismi acquatici Ecofisiologia
della dispersione e della
germinazione dei semi. Metabolismo
secondario delle piante: terpenoidi, alcaloidi, composti fenolici Piante
e stress. Stress biotici e abiotici. Interazione pianta patogeno Totipotenza
cellule vegetali Colture
in vitro Organismi
vegetali geneticamente modificati |
||||||
Testi consigliati |
Taiz,
E. Zeiger. Fisiologia Vegetale, Piccin, 2002 Buchanan-Gruissem-Jones Biochimica
e Biologia molecolare delle piante, Zanichelli |
||||||
Propedeuticità |
Obbligatorie
Nessuna
|
Consigliate
CFU triennale
|
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Metodi di valutazione |
Prova scritta
no
|
Colloquio oraleSI
|
Prova di laborat.
NO
|
Prove di eson parz.
NO
|
|||
Collocazione |
Anno di CorsoI
|
Quadrimestre
III
|
Data inizio
|
Data fine
|
|||
|
|
|
|
|
|
|
|
Corso
di laurea
|
Laurea magistrale in BIOLOGIA AMBIENTALE ED
EVOLUTIVA (orientamento B.A.)
|
||||||
Insegnamento
|
ECOLOGIA II
modulo di Ecologia applicata
|
||||||
Docente |
Prof.
|
||||||
Attività
|
Lezioni
frontali
|
Esercitazioni
|
Laboratorio
|
Totale |
|||
Crediti |
4 |
1 |
|
5
|
|||
Ore attività |
32 |
12 |
|
44 |
|||
Ore studio individuale |
68 |
13 |
|
81 |
|||
Pre-requisiti |
Conoscenza dei cicli dei principali elementi e
delle basi di ecologia e di ecologia applicata 1. |
||||||
Obiettivi di Base |
Specializzare lo studente nelle problematiche
applicative dell’ecologia soprattutto per quel che concerne gli
aspetti prettamente biologici. |
||||||
Obiettivi
Formativi Disciplinari
|
L'insegnamento ha lo scopo di avvicinare lo studente alle
problematiche legate ai principali fenomeni di degrado biologico delle
acque, dell'aria e del suolo nonché ai principali metodi di
depurazione. Fornisce inoltre indicazioni precise sulle normative che
regolano l'istituzione e la gestione delle AREE PROTETTE sia TERRESTRI
sia MARINE, nonché sulle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale. |
||||||
Obiettivi
Professionalizzanti |
Sviluppare la capacità di intervenire nei processi
biologici legati al degrado ambientale nonché nella gestione delle aree
protette |
||||||
Contenuto
|
Inquinamento
biologico :
Introduzione delle specie alloctone Inquinamento
delle acque :
Valutazione carico trofico. Valutazione carico organico destinato alle
acque. Valutazione carico termico. Depurazione biologica delle acque di
scarico: tecnologie. Atmosfera
:Struttura. Diagrammi climatologici. Inquinamento dell'atmosfera. Il
suolo :Struttura.
Inquinamento del suolo. Aree
protette terrestri :
Tipologie e normative istitutive e gestionali. Aree
protette marine :
Tipologie e normative istitutive e gestionali. Valutazione
di impatto ambientale:
Normative e problematiche. Aspetti metodologici. Telerilevamento
: Uso del remote sensing nella gestione dell'ambiente. Sistemi
Informativi Territoriali:
Costruzione dei Sistemi Informativi Territoriali |
||||||
Testi consigliati |
1.
R. Marchetti - Ecologia Applicata - CittàStudi, Milano
2.
R. Vismara - Ecologia Applicata - Hoepli 3.
Appunti distribuiti su files. |
||||||
Propedeuticità |
OBLIGATORIA
Ecologia,
Ecologia Applicata 1 |
CONSIGLIATA
Nessuna |
|||||
Metodi di valutazione |
Prova scritta
|
Colloquio oraleSI
|
Prova di laboratorio
NO
|
Prove di esonero parziali
NO
|
|||
Collocazione |
Anno di CorsoI
|
Quadrimestre
III
|
Data inizio
|
Data fine
|
|||
|
|
|
|
|
|
|
|
Corso di laurea
|
Laurea magistrale in BIOLOGIA AMBIENTALE ED
EVOLUTIVA
|
||||||
Insegnamento
|
ECOLOGIA II modulo di: Ecologia marina
|
||||||
Docente |
Prof. Gianfranco D’ONGHIA
Telefono:080
5442228 e-mail: g.donghia@biologia.uniba.it Orario
ricevimento: 9-11 Presso: Dipartimento di Zoologia |
||||||
Attività
|
Lezioni
frontali
|
Esercitazioni
|
Laboratorio
|
Totale |
|||
Crediti |
4 |
|
|
4
|
|||
Ore attività |
32 |
|
|
32 |
|||
Ore studio individuale |
68 |
|
|
68 |
|||
Pre-requisiti |
Buone
conoscenze di fisca, chimica generale, zoologia, algologia, ecologia. |
||||||
Obiettivi di Base |
Conoscenza dei fattori e delle componenti dell’ecosistema
marino nonché degli adattamenti delle componenti biologiche (plancton,
necton, benthos) alle differenti condizioni dell’ambiente marino. |
||||||
Obiettivi Formativi Disciplinari
|
Conoscenza delle modalità di distribuzione e di interazione
delle componenti biologiche nell’ambiente marino (strategie vitali,
dinamica delle popolazioni, organizzazione e zonazione delle comunità e
biocenosi). |
||||||
Obiettivi Professionalizzanti |
Fornire
la capacità di analizzare la struttura e il funzionamento
dell’ambiente marino, considerando le interazioni tra
componenti-fattori abiotici e biotici nonchè le interferenze delle
azioni antropiche. |
||||||
Contenuto
|
INTRODUZIONE
ALL’AMBIENTE MARINO L’ambiente
marino. Parametri chimico-fisici: salinità, gas disciolti, temperature
(stratificazione termica, termoclino e picnoclino), luce, pressione.
Geografia e geomorfologia dell’ambiente marino. I movimenti del mare.
Il Mediterraneo: caratteristiche geomorfologiche, idrologiche e
biologiche. ALCUNI
PRINCIPI ECOLOGICI Struttura
abiotica e biotica dell’ecosistema marino. Tipi e strategie larvali.
Adattamenti all’ambiente marino. Confronto tra ecosistema marino e
terrestre: differenze chimico-fisiche; differenze strutturali e
funzionali; differenze nelle strategie alimentari; differenze nelle
strategie vitali. PLANCTON Classificazione
dimensionale e per gruppi. Fitoplancton: diatomee, dinoflagellati e
gruppi di minori dimensioni. Produttività primaria. Turbolenza,
profondità di compensazione e profondità critica. Variazione
geografica della produttività. La produttività nel Mediterraneeo.
Fioriture algali, eutrofia e distrofia. Zooplancton: copepodi e altri
organismi. Meccanismi di galleggiamento. Migrazioni verticali e fattori
ecologici. Catene alimentari: modello classico del “grazing” ed il
“microbial loop”. NECTON Composizione
faunistica e caratteristice generali. Distribuzione geografica.
Strategie adattative (galleggiamento, locomozione, colorazione e
mimetismo, sistemi sensoriali, ecolocazione) Riproduzione e cicli
vitali. Le migrazioni del necton. Ecologia alimentare e reti trofiche.
Struttura delle reti trofiche in relazione alla latitudine. La cascata
trofica nelle reti alimentari. Effetti
“Top-down” e “Bottom-up”. Le
popolazioni come risorse rinnovabili utilizzate dall’uomo. Dinamica
della biomassa di uno stock: reclutamento, accrescimento, tasso di
mortalità naturale e tasso di mortalità da pesca. Il necton di
ambiente batiale e abissale. Caratteristiche dell’ambiente marino
profondo. Adattamenti all’ambiente profondo. Principali
caratteristiche biologiche degli organismi di ambiente profondo. Comunità
della colonna d’acqua (deep scattering layer) e strategie vitali degli
organismi. BENTHOS Fito e zoobenthos: caratteristiche principali.
Zonazione verticale e fattori ecologici. I piani del dominio bentonico.
Substrati duri e incoerenti. Struttura e dinamica delle comunità del
piano intertidale. Il ruolo dei fattori chimico-fisici e biologici. Il
piano infralitorale: popolamenti dei fondi duri e dei fondi incoerenti.
Discontinuità del potenziale redox dei fondi fangosi con accumulo di
sostanza organica. La biocenosi delle alghe fotofile. Le comunità
parallele dei fondi mobili. Le fanerogame in Mediterraneo: praterie di Posidonia
oceanica. Il piano circalitorale e le principali facies in
Mediterraneo. L’ambiente batiale. Fanghi batiali e biocenosi a coralli
di acque fredde. Le comunità idrotermali delle dorsali oceaniche (vents).
Criteri di valutazione delle biocenosi e delle facies meritevoli
di attenzione e salvaguardia. |
||||||
Testi consigliati |
Cognetti
G., Sarà M., Magazzù G., 1999. Biologia Marina. Ed. Calderini Ghirardelli
E., 1981. La vita nelle acque. Utet Nybakken J.W., 1977. Marine Biology. An
ecological approach. Addison-Wesley Educational Publishers Inc. Levinton J.S., 1995. Marine Biology. Function,
Biodiversity, Ecology. |
||||||
Propedeuticità |
Obbligatorie
|
Consigliate
Fisica-Chimica generale- Zoologia-Algologia-Ecologia
|
|||||
Metodi di valutazione |
Prova scritta
-
|
Colloquio oraleSI
|
Prova di laboratorio
|
Prove di esonero parziali
|
|||
Collocazione |
Anno di Corso I
|
Quadrimestre
III
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Data inizio
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Data fine
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Corso di laurea
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Laurea magistrale in BIOLOGIA AMBIENTALE ED
EVOLUTIVA (orientamento: B.A.)
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Insegnamento
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BIOLOGIA VEGETALE II
modulo di Flora e vegetazione
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Docente |
Prof. Francesco Saverio
D’AMICO
Telefono:
080 5442152 e-mail: damico@botanica.uniba.it |
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Attività
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Lezioni
frontali
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Esercitazioni
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Laboratorio
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Totale |
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Crediti |
3.5 |
0.5 |
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4
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Ore attività |
28 |
6 |
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34 |
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Ore studio individuale |
59,5 |
6,5 |
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66 |
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Pre-requisiti |
Sistematica delle Cormobionta e principi di
ecologia |
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Obiettivi di Base |
Conoscenza delle differenze tra Flora e
Vegetazione. Analisi delle relazioni tra bio-ecologia e distribuzione
delle specie vegetali e le cause attuali e pregresse che |
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Obiettivi Formativi Disciplinari
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Conoscenza dei metodi di studio della Flora e della
Vegetazione. Conoscenza ed utilizzo di strumenti per la diagnosi
fitoclimatica. Rilevamento delle comunità vegetali ed elaborazione con
tecniche di analisi statistica multivariata dei dati campionari.
Conoscenza dei lineamenti fondamentali della vegetazione italiana |
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Obiettivi Professionalizzanti |
Capacità di: analisi della Flora - analisi della
Vegetazione – allestimento ed interpretazione tabelle fitosociologiche
– diagnosi stazionale fitoclimatica |
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Contenuto
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Concetti di Flora e Vegetazione. Clima: fattori ed elementi. Macroclima, mesoclima e
microclima. Bioclima e Fitoclima. Classificazioni macroclimatiche.
Parametri ed indici climatici e bioclimatici. Climogrammi secondo Walter
e Lieth. Diagrammi bioclimatici di Thornthwaithe - Mather e di Montero
de Burgos - Gonzales Rebollar. La classificazione bioclimatica di
Rivas-Martinez. Le comunità vegetali. Ordinamento spaziale e
temporale delle comunità. Criteri di studio della Vegetazione.
L’approccio cenologico e quello fitosociologico. Il metodo
fitosociologico. L’associazione vegetale e le altre unità
fitosociologiche. Tecnica di rilevamento. Elaborazione statistica dei
dati. Vegetazione attuale e potenziale. Zone e fasce di vegetazione.
Vegetazione zonale, azonale ed extrazonale. Fasce altitudinali. Zone e
Fasce altitudinali in Italia. Il dinamismo della vegetazione. Concetti
di stadio dinamico e successione. Successioni primarie e secondarie. Il
concetto di climax. Le serie di vegetazione. Metodi di studio del
dinamismo. |
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Testi consigliati |
Ubaldi D., 2003 – Flora, fitocenosi e ambiente.
Elementi di Geobotanica e Fitosociologia. CLUEB, Bologna Pignatti S., 1994 – Ecologia del paesaggio. UTET,
Torino Pignatti S., 1995 – Ecologia Vegetale. UTET,
Torino |
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Propedeuticità |
Obbligatorie
Nessuna
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Consigliate
Botanica Generale -
Botanica Sistematica – Ecologia
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Metodi di valutazione |
Prova scritta
NO
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Colloquio oraleSI
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Prova di laboratorio
NO
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Prove di esonero parziali
NO
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Collocazione |
Anno di CorsoI
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Quadrimestre
I
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Data inizio
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Data fine
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Corso di laurea
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Laurea magistrale in BIOLOGIA AMBIENTALE ED
EVOLUTIVA (orientamento: B.A.)
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Insegnamento
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MUTAGENESI AMBIENTALE
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Docente |
Prof. Paolo BARSANTI
Telefono:
e-mail: p.barsanti@biologia.uniba.it Orario
ricevimento:mer/ven ore 14-17 Presso:DAPEG/Sezione di Genetica (II p.
Istituti Biologici) |
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Attività
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Lezioni
frontali
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Esercitazioni
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Laboratorio
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Totale |
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Crediti |
3 |
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3
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Ore attività |
24 |
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24 |
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Ore studio individuale |
51 |
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51 |
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Pre-requisiti |
Conoscenza
di base dei meccanismi di trasmissione e di espressione dell’attività
genetica, dei vari tipi di agenti mutageni e del danno genetico da loro
indotto. |
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Obiettivi di Base |
Illustrare
l’importanza per l’ambiente e la salute umana degli agenti
genotossici e dei metodi per il loro controllo |
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Obiettivi Formativi Disciplinari
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Lo
studente dovrà raggiungere un’adeguata conoscenza delle cause e
conseguenze del rischio genotossico e conoscere le principali strategie
per la valutazione del rischio mutageno ambientale |
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Obiettivi Professionalizzanti |
Conoscenza
dei principali sistemi di rilevamento degli effetti genotossici, dei
loro limiti e delle loro applicazioni |
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Contenuto
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Classificazione
e basi citologiche dei diversi tipi di danno genetico. Cause
endogene ed esogene delle mutazioni. Tasso di mutazione nell’uomo.
Aneuploidie e mutazioni geniche nella specie umana. Mutazione e
cancerogenesi. Effetti inquinanti e controllo di sostanze genotossiche
diffuse nell’ambiente. Inquinanti fisici: radiazioni ionizzanti e non
ionizzanti. Strategie
di valutazione del rischio mutageno ambientale: Sistemi di rilevamento degli effetti genotossici:
test di mutagenesi sui microorganismi (test di Ames, test sui lieviti);
test su cellule somatiche di mammifero: test dei micronuclei, test dei
SCE, test della cometa e altri test per la valutazione del danno
primario al DNA. Test di mutagenesi in cellule germinali di topo.
Biomonitoraggio ambientale e stima del rischio genetico. Tecniche di
rilevamento degli agenti mutageni nell’aria, nell’acqua, nel suolo.
Cenni sulla legislazione nazionale e internazionale. |
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Testi consigliati |
Mutagenesi ambientale, a cura di L.Migliore. Ed.Zanichelli (2004) più materiale reperibile in rete che sarà indicato durante le
lezioni. |
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Propedeuticità |
Obbligatorie
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Consigliate
Citologia-Chimica
organica
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Metodi di valutazione |
Prova scritta
NO
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Colloquio oraleSI
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Prova di laboratorio
NO
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Prove di esonero parziali
NO
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Collocazione |
Anno di CorsoII
|
Quadrimestre
I
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Data inizio
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Data fine
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Corso di laurea
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Laurea magistrale in BIOLOGIA AMBIENTALE ED
EVOLUTIVA (orientamento: B.A.)
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Insegnamento
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Tecnologie
Biomolecolari per il Monitoraggio Ambientale
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Docente |
Prof. Paola LOGUERCIO
POLOSA
Telefono:
080-5443378 e-mail:
p.loguercio@biologia.uniba.it Orario
ricevimento: 10:00 – 12:00, lun-ven
c/o: Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare |
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Attività
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Lezioni
frontali
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Esercitazioni
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Laboratorio
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Totale |
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Crediti |
5 |
1 |
|
6
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Ore attività |
40 |
12 |
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52 |
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Ore studio individuale |
85 |
13 |
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98 |
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Pre-requisiti |
Solide
nozioni di Chimica generale, inorganica
e organica, e di Biologia generale |
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Obiettivi di Base |
Comprendere
e individuare gli effetti a livello cellulare del metabolismo delle
sostanze esogene. |
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Obiettivi Formativi Disciplinari
|
Conoscere
le metodologie biochimiche per l’analisi, in vitro e in vivo, degli
effetti delle sostanze esogene sulle biomolecole.
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Obiettivi Professionalizzanti |
Capacità
di analisi e di interpretazione dei fenomeni biochimici legati alle
sostanze esogene; uso di strumentazione semplice. |
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Contenuto
|
Il
monitoraggio biologico. Studio del metabolismo delle sostanze esogene: -
su campioni di tessuto (determinazione degli addotti proteici e del DNA;
determinazione del danno ossidativo del DNA). -
su cellule animali in coltura (determinazione di rotture nella catena
del DNA; i test di riparazione del DNA). Il
test HPRT e il test TK. I test di genotossicità con i batteri. Tecniche
per l’analisi delle alterazioni biomolecolari causate dalle sostanze
esogene: -
Purificazione delle proteine e determinazione della struttura proteica. -
Tecniche cromatografiche -
Tecniche di spettrometria di massa -
Tecniche radioisotopiche -
Tecniche elettrochimiche -
Clonaggio, espressione in cellule eucariotiche ed analisi dell’attività
di citocromi P-450. |
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Testi consigliati |
K.
Wilson e J. Walker – Metodologia
Biochimica – Raffaello Cortina Editore H.
Greim, E. Deml - Tossicologia
– Zanichelli D. Voet e altri – Fondamenti di Biochimica -
Zanichelli Appunti di lezioni. |
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Propedeuticità |
Obbligatorie
NESSUNA
|
Consigliate
NESSUNA
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Metodi di valutazione |
Prova scritta
|
Colloquio oraleSI
|
Prova di laboratorio
NO
|
Prove di esonero parziali
NO
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Collocazione |
Anno di CorsoI
|
Quadrimestre
II
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Data inizio
22/1/2007 |
Data fine
24/3/2007 |
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Corso di Laurea
|
Laurea Magistrale in
BIOLOGIA AMBIENTALE ED EVOLUTIVA (orientamento: B.A.)
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Insegnamento
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ZOOLOGIA II – modulo di
Zoogeografia
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Docente |
Prof. Miriam GHERARDITelefono:
0805443478 - e-mail: m.gherardi@biologia.uniba.it Orario ricevimento: Lunedì,Mercoledì 11-12,30 Presso: Dip.Zoologia |
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Attività
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Lezioni
frontali
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Esercitazioni
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Laboratorio
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Totale |
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Crediti |
2 |
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|
2
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Ore attività |
16 |
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|
16 |
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Ore studio individuale |
34 |
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34 |
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Pre-requisiti |
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Obiettivi di Base |
Scopo fondamentale del corso di Zoogeografia è la
descrizione, l’analisi e l’interpretazione in termini causali della
distribuzione attuale degli animali. A tale scopo vengono illustrate le
metodologie mediante le quali è possibile raggiungere questi scopi:
studio dei biomi; degli ecosistemi, raccolte di campo accurate e
prolungate, attento studio tassonomico-sistematico evolutivo,
approfondita individuazione degli areali e delle categorie corologiche.
Nel corso vengono discussi anche i fattori ecologici e storici che
caratterizzano le Regioni Zoogeografiche oltre che gli areali delle
singole specie. E’ fatto altresì cenno ai valori conservazionistici
della ricerca nei riguardi dell’attività umana. |
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Obiettivi Formativi Disciplinari
|
Scopo finale è quello di fornire agli studenti una
panoramica la più approfondita possibile del dinamismo del popolamento
animale nel tempo e nello spazio. In particolare lo studio riguarda le
sottoregioni europea e mediterranea con l’analisi dei mutamenti
paleoecologici, paleoclimatici e pealeogeografici che l’hanno
caratterizzata dall’Oligocene in poi, soprattutto per quanto riguarda
l’Italia. |
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Obiettivi Professionalizzanti |
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Contenuto
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- Cenni di Storia della Zoogeografia - Specie e speciazione. I gruppi sopraspecifici. Lo
studio delle relazioni filetiche. Filogenesi e sistematica. - Il concetto di area e di distribuzione specifica. Modalità di descrizione e di rappresentazione degli areali. Dinamica degli areali. L’analisi degli areali. - Le regioni zoogeografiche. Le categorie
corologiche. General tracks. Modelli di distribuzione. Zoogeografia
della Regione Oloartica. Caratteristiche zoogeografiche della Penisola
italiana. Origini della fauna italiana. Rapporti con i territori
circostanti. - Comunità, Biomi, Biosfera. La diversità
ecologica. Il numero di specie possibili. Dispersione. Estinzione. Il
popolamento insulare. - Biogeografia delle acque marine. Biogeografia
delle acque interne. Biogeografia delle acque dolci. - Biogeografia storica. Biogeografia
Evoluzionistica. Biogeografia vicariantistica. Biogeografia filogenetica.
Cenni sull’origine della Vita sulla Terra. - Centro d’origine. Forma o spazio e forma? |
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Testi consigliati |
M. Zunino & A. Zullini. Biogeografia. La
dimensione spaziale dell’evoluzione. Casa editrice Ambrosiana. |
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Propedeuticità |
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Metodi di valutazione |
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Collocazione |
Anno di CorsoI
|
Quadrimestre
II
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Data inizio
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Data fine
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